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A salire sul palco di Piazza XX Settembre, in occasione della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza” c’è Alessio Boni, famoso attore che ha ottenuto diversi titoli e ha compiuto diverse missioni umanitarie e campagne di solidarietà. L’autore presenta il libro “Mordere la nebbia” edito da Solferino, intervistato da Elisabetta Stefanelli, Capo Redattrice Cultura di ANSA.
Il significato e l’idea di “Mordere la nebbia”
“Mordere la nebbia” non è solo un’autobiografia, ma è anche un romanzo di formazione e una riflessione filosofica incentrata sulla realtà del mondo e sul senso dell’esistenza. L’idea di scrivere questo libro è partita da due fatti avvenuti nello stesso periodo: la pandemia, un dramma epocale, e la nascita del figlio, una gioia personale. Il titolo del libro nasce dal fatto che il figlio morde spesso le labbra inferiori. Questo fatto lo riporta al momento in cui aveva 15 anni e si trovava su una vespa, sotto un salice, e vedeva la nebbia, che provocava malinconia e frustrazione. Da qui sorge l’idea di un gesto di scoperta della realtà e del mondo: attraversare il ponte per scoprire che dall’altra parte c’era ancora la nebbia.
Da piastrellista ad attore
Il piastrellista non era un lavoro per niente amato da Alessio Boni, ma comunque era il lavoro che la famiglia svolgeva. Per questo motivo l’estate rappresentava un periodo di liberazione dal duro lavoro. Tuttavia in seguito è riuscito a liberarsi dalla prigione rappresentata dal lavoro e a compiere nuovi mestieri, come il poliziotto, e, soprattutto, a viaggiare in America, anche solo come animatore turistico, per comprendere al meglio la vera realtà del mondo. Infatti i viaggi compiuti hanno come mete i paesi del mondo sfortunati, dato che era molto più attratto dalle situazioni di difficoltà, dal dolore e dal disagio piuttosto che dalle città fortunate e belle. Proprio negli stati meno agiati l’autore ha avuto un contatto vero e puro, ed è stato preso semplicemente per l’uomo che è. La svolta è stata segnata una sera quando è stato colpito dal teatro, sino a quel momento noioso, e dall’opera “La gatta Cenerentola” che ha creato in lui brividi e pelle d’oca, sorti perché alla base c’era un’emergenza interiore. La sua carriera da attore è segnata soprattutto da “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, film che ha ricevuto il David di Donatello e il Nastro d’Argento.
“Mai sentirsi talentuosi”
Umiltà e modestia hanno caratterizzato il lavoro di Alessio Boni come attore sin dall’inizio. Non bisogna mai autogiudicarsi e autoapprezzarsi, ma è sempre il pubblico che deve giudicare sempre il talento e la bravura. Questa è la base del suo operato, allo scopo di ricercare sempre la passione e l’artigianato del lavoro. Il suo metodo di lavoro è strano: ricerca in ogni persona un punto immaginario che crea il modo di essere, studiato attraverso la corporeità delle persone e la scoperta di un centro corporeo immaginario.
Personaggi creativi e complessi
Molti sono stati i personaggi reinterpretati da Alessio Boni: Caravaggio, Puccini, Ulisse, Moliere, e soprattutto Walter Chiari. Ma se è facile entrare nel mondo dei primi tre personaggi, anche per il fatto che non si è mai sentito parlare di questi direttamente. Walter Chiari è il personaggio più complicato da interpretare, infatti al suo interno si nascondono molte personalità; inoltre è possibile scoprire tutto su di lui attraverso i mass media. Non è mai facile mettersi davanti ai personaggi, interpretarli e riprodurli. MA l’obiettivo è offrire una propria versione, vera, e non importa se sia fatta bene o male. Non ci si deve mai arrendere perché altri attori hanno già proposto una visione di quel personaggio: ogni interpretazione è sempre diversa da tutte le altre. Inoltre mai porre solo se stessi al centro dell’attenzione se si vuole ridare emozioni e risate al pubblico.
Diventare uomini e donne prima di tutto
Scegliere di cambiare vita è sempre un atto coraggioso. I casi strani della vita sono sempre un punto di svolta. Ma è bene ricordare che prima di ogni professione è d’obbligo diventare uomini e donne: solo così si entra pienamente nella vita e la si gode. Una volta diventati uomini o donne si è liberi di scegliere la propria professione e il proprio lavoro. E il futuro si scopre solo vivendo il presente.
“Si dorme quando si è morti, ora che siamo vivi, viviamoci la vita”.