Ippolita Bonci Del Bene | Fano – Passaggi Festival https://2021.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Thu, 19 Nov 2020 13:57:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8 https://2021.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Ippolita Bonci Del Bene | Fano – Passaggi Festival https://2021.passaggifestival.it/ 32 32 Primo Livello di Scuola Passaggi: basi e generi https://2021.passaggifestival.it/primo-livello/ Mon, 16 Nov 2020 18:19:36 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=75958 Dalla scoperta della storia all’invenzione dell’intreccio All’inizio ci si guarda intorno, si annusa l’aria, si ascoltano discorsi, si cammina fino a perdersi, si cerca di capire da dove cominciare. Poi ci si adopera per prendere la parola, modulare la voce, imprimerle una direzione, mettere alla prova mezzi e strumenti. E quando abbiamo preso le misure […]

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Dalla scoperta della storia all’invenzione dell’intreccio

All’inizio ci si guarda intorno, si annusa l’aria, si ascoltano discorsi, si cammina fino a perdersi, si cerca di capire da dove cominciare. Poi ci si adopera per prendere la parola, modulare la voce, imprimerle una direzione, mettere alla prova mezzi e strumenti. E quando abbiamo preso le misure del nostro smarrimento, si comincia a costruire un perimetro fatto di personaggi, ambientazione, punto di vista, dialoghi, descrizioni. Si lavora di rovesciamenti e montaggio, si cura la precisione delle immagini verbali, si leva e si aggiunge…
Primo Livello - basi e generi

Il primo livello, le basi e i generi, per scoprire i ferri del mestiere

Il primo livello di Scuola Passaggi, ‘Basi e generi’, si svolgerà in tre fine settimana per un totale di 30 ore di frequenza da marzo a maggio 2021, ed è un viaggio alle origini e ai confini della propria scrittura, non soltanto per trovare il soggetto della storia da raccontare, ma per cominciare a riconoscerne la forma.
La prima parte del corso è pensata per esplorare le possibilità ed affinare quelli che potremmo definire i ‘ferri del mestiere’ dello scrittore: la voce del narratore e dei personaggi, i dialoghi e le descrizioni, la memoria e i piedi, che portano a inciampare nei luoghi del racconto, la capacità di mettere a fuoco i dettagli. E ancora, conoscere e saper scegliere il linguaggio, il ritmo del racconto, la misura, cioè il respiro di ciò che si scrive, i caratteri a cui si dà vita, il loro punto di vista, che si sposta a seconda delle tecniche anche grammaticali che si utilizzano.

I fondamenti dello scrivere attraverso lectio magistralis e laboratori di scrittura

Tutti i fondamenti dello scrivere, Scuola Passaggi li approfondisce in questo primo modulo con lezioni teoriche ed esempi dai classici della letteratura, i migliori modelli per la costruzione di un intreccio o per la messa in scena di un dialogo o di un’ambientazione.
Due lectio magistralis, sulla relazione tra l’autore e la storia che sceglie di raccontare, i temi dell’auto-fiction e dell’autobiografia, verranno tenute dagli scrittori Mauro Covacich e Flavio Santi.
Sono previsti, inoltre, laboratori di scrittura ed esercitazioni, coordinati da professionisti della scrittura, per andare al cuore di un racconto usando meno parole possibile, con la specialista di haiku Susanna Tartaro, o per imparare a distinguere le diverse caratteristiche della voce narrante, con la scrittrice Carola Susani.

L’esplorazione dei generi della narrazione

Ma il primo livello del corso è anche un’esplorazione dei generi della narrazione, le loro diverse possibilità e la loro ibridazione contemporanea, attraverso lezioni di autori che hanno frequentato i generi del giallo, del noir, come Grazia Verasani Flavio Santi, così come le diverse declinazioni della fantascienza, con Graziano Graziani, o della letteratura per l’infanzia, con Federica Iacobelli.

Obiettivo finale sarà quello di fornire agli allievi strumenti e competenze per far sì che ognuno riesca a portare a termine un proprio racconto, secondo il genere e lo stile più adeguato alla chiarezza e alla precisione necessaria a raggiungere il suo lettore.

I grandi nomi dei docenti del primo livello

Docenti in questo percorso di confronto, di dialogo e di condivisione saranno scrittori, editor e giornalisti che hanno fatto della scrittura la loro professione: per primo il direttore di Scuola Passaggi Lorenzo Pavolini, scrittore, giornalista, vicedirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti e curatore da oltre vent’anni delle trasmissioni di Radio3Rai Ad alta voce, Wikiradio, Pantheon e Zazà. Tra i suoi romanzi ricordiamo Senza rivoluzione (Giunti 1997, premio Grinzane Cavour esordiente), Accanto alla tigre (Fandango, 2010, Marsilio/Feltrinelli 2019, finalista Premio Strega), L’invenzione del vento (Marsilio 2019).
Poi Mauro Covacich autore del “ciclo delle stelle”, pentalogia di auto-fiction che ha per protagonista un maratoneta (pubblicato da Einaudi e La Nave di Teseo), e collaboratore stabile dell’inserto “La lettura” del Corriere della Sera; Flavio Santi, scrittore critico poeta, autore tra l’altro di una serie di gialli per Mondadori – suo il personaggio del commissario Furlan – traduce classici di Melville, Fleming, Fitzgerald per Rizzoli, Adelphi, Feltrinelli ed altri editori; Grazia Verasani che scrive per il teatro e per il cinema, la sua serie di noir incentrati sulle vicende della detective Giorgia Cantini è pubblicata da Feltrinelli; Graziano Graziani scrittore, critico teatrale, conduttore radiofonico, autore di documentari, che ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e di sonetti, saggi su micronazioni e utopie varie; Carola Susani autrice di romanzi per adulti e per ragazzi (pubblicati da Feltrinelli e Minimum fax) e Fabio Fiori, girovago per acque e per terra che a partire dai suoi viaggi lungocosta ha scritto diversi libri.

Al termine del corso base gli allievi otterranno l’attestato di partecipazione e la possibilità di accedere al secondo livello della Scuola dedicato a come ‘Scrivere un libro’. I corsi si svolgeranno in presenza nella sede di Pesaro, nelle Marche.

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Gianni Rodari, un intellettuale fantastico https://2021.passaggifestival.it/gianni-rodari-anniversario-scuola-bambini/ Fri, 17 Apr 2020 07:45:39 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=69548 Una figura importante per la scuola, la letteratura, il giornalismo e l’impegno politico nell’Italia del Novecento, un personaggio poliedrico che ha rivoluzionato i modelli educativi.

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lezione creativa gianni rodari grammatica fantasia

Qualche giorno fa ricorreva il quarantesimo anniversario della scomparsa di Gianni Rodari: era il 14 aprile 1980 e a Roma moriva quell’eccezionale intellettuale che aveva rivoluzionato tutti i modelli educativi. Una figura importante, quella di Rodari, per la scuola, la letteratura, il giornalismo e l’impegno politico nell’Italia del Novecento, un personaggio poliedrico che ha segnato la storia e che non possiamo non ricordare.

Nato a Omegna, sul lago d’Orta, il 23 ottobre 1920 – quest’anno ricorre anche il centenario della nascita – dopo alcuni anni di seminario, in cui trovava umiliante la disciplina, consegue il diploma magistrale, a soli 17 anni, preparando da solo in un anno il programma dell’ultimo biennio; poi si iscrive a Lingue ma non si laureerà. Inizia così la carriera, seppur breve, di maestro. Fin da subito si contraddistingue per la sua attenzione particolare per la parola, per incentivarne un uso insolito e anticonformista; sapeva comunicare e ascoltare i bambini, ma anche farli giocare e divertire.

Negli anni ’50 intraprende la carriera da giornalista, da prima come inviato speciale per L’Unità, e dato che era stato maestro, gli vengono affidate subito alcune rubriche per l’infanzia; poi per Paese Sera, finendo per diventare il direttore del Pioniere, a Roma, la pagina più significativa del giornalismo per ragazzi.

Il giornale, laico e progressista, parlava della resistenza, delle lotte dei lavoratori, di pace, e insieme all’Associazione dei Pionieri radunava tutti quei ragazzi che avevano voglia di studiare e conoscere la realtà.

Proprio negli anni del giornalismo inizia a scrivere, quasi per scherzo, storie per bambini, prima attraverso pseudonimi e poi in maniera esplicita, tanto da farne il suo mestiere per eccellenza. Costituisce l’aspetto più importante per cui tutti lo ricordano, lo scrittore di favole e filastrocche per bambini.

Grazie alla sua ricca produzione, Rodari nel 1970 ha ricevuto il Premio Andersen, quello che è considerato il nobel per la letteratura per l’infanzia, l’unico italiano finora ad aver ricevuto questo ambito riconoscimento. La sua fama travalica così i confini nazionali, tanto che i suoi libri vengono tradotti in molte lingue. Ha avuto il merito di sottrarre questo genere di letteratura dalla condizione di produzione minore, innalzandola a letteratura a tutti gli effetti, nella sua affascinante complessità.

Il bambino al centro e il potere delle parole

Nonostante la sua inconfondibile vena letteraria, Rodari va ricordato per come ha cercato di riformare la scuola e soprattutto la figura dell’insegnante, insieme al Movimento di Cooperazione Educativa (nato a Fano nel 1951).

Per prima cosa ha messo al centro della scuola il bambino, dandogli così uno spazio adeguato e un ascolto attento e proponendo contemporaneamente un’idea di società diversa, moderna, amica dell’infanzia e dei bambini.

Gianni Rodari è stato senza dubbio il maestro della libertà; ha sempre parlato a tutti, grandi e bambini, affinché ci si risvegliasse dal torpore della “normalità” per immaginare e cambiare il mondo e renderlo migliore. E lo ha fatto ricordandoci il potere della parola: la cosa di cui siamo più schiavi. Per evitare il rischio di cadere intrappolati nelle parole, è importante riscoprirne il potere liberatorio, imparare a usarle in maniera creativa, fantastica, controcorrente, in modo da immaginare e credere in un mondo ogni volta in divenire.

Le parole diventano così il materiale per inventare storie nuove. Il suo motto “tutti gli usi della parola a tutti” racchiude perfettamente il suo pensiero, affinché la parola sia per tutti fondamentale, non per diventare artisti ma per non essere più schiavi. E in questo sforzo di pensare le cose altrimenti e inventare nuovi mondi, Rodari ha invitato i bambini a fare le cose più difficili come “dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi”.

Ha cercato attraverso l’insegnamento, i suoi libri, il suo impegno politico di rompere gli schemi, i pregiudizi, e i luoghi comuni. Un esempio letterario è costituito da “Le filastrocche al rovescio”, in cui i protagonisti ribaltano i loro ruoli classici per rivestire nuovi panni, come il lupo buono che viene inseguito da Cappuccetto Rosso o la Bella addormentata che non dorme.

Un’altra particolarità delle sue storie è costituita proprio dai personaggi; non ha costruito un personaggio indimenticabile e assoluto, il suo personaggio per eccellenza come può essere Pinocchio per Collodi, ma ha costruito di volta in volta personaggi nuovi, come Cipollino, Gelsomino, il barone Lamberto o Giovannino Perdigiorno, che parlassero di bambini veri, calati in un tempo e in un luogo precisi, senza ricorrere a eroi di proiezioni ideali.

La potenzialità delle parole la si riscopre anche attraverso gli errori. Possono, infatti, costituire la miccia per costruire nuove storie.

Ne “Il libro degli errori” parla sia di errori grammaticali o di ortografia, sia degli errori reali presenti nel pianeta, quegli errori insomma che non stanno solo nelle parole ma anche nelle cose; alcuni sono visibili ad occhio nudo, altri sono nascosti sotto indovinelli, alcuni sono necessari o utili, altri addirittura belli, come la torre di Pisa. Rodari ha fatto così anche degli errori un elemento fantastico e ha stimolato un approccio didattico che non inibisse i bambini per la paura di sbagliare ma anzi che li stimolasse a cercare anche nell’errore nuove sfumature e possibilità della parola. E proprio in questo libro ci ricorda un altro aspetto fondamentale della sua idea di educazione: “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”

Perché per Gianni Rodari è importante anche ridere durante le ore di insegnamento, è proprio giocando che i bambini imparano a conoscere meglio le cose; nelle nostre scuole, allora, ma forse ancora oggi, non si ride abbastanza e “l’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere”.

Ha, inoltre, cercato di tenere sempre alto il valore educativo dell’utopia. Si è impegnato affinché il senso dell’utopia venisse riconosciuto come un senso vero e proprio, come l’udito, la vista o l’olfatto, perché era profondamente convinto della sua importanza. Finché non arriverà il giorno del riconoscimento spetterà alla favole investire questo ruolo di mantenere acceso lo spirito della fantasia e dell’immaginazione.

Le favole, infatti, rappresentano il luogo di tutte le ipotesi, il catalogo dei vari destini e ci permettono di attivare il pensiero ipotetico-controfattuale, necessario per pensare le cose altrimenti e non rassegnarci alla ricezione passiva della realtà, continuando a chiedersi “che cosa succederebbe se …”

gianni rodariLa grammatica della fantasia di Gianni Rodari

L’opera più significativa e importante di Gianni Rodari, la si potrebbe definire il suo manifesto. Un manuale semplice e chiaro ma allo stesso tempo stimolante e dettagliato sul tema del fantastico.

Con l’intento di racchiudere alcune strategie e giochi con le parole, ha fornito un itinerario possibile per imparare a inventare storie con e per i bambini. Per creare una storia, come spiega “il binomio fantastico”, bisogna partire dall’accostamento di due parole di solito distanti tra loro, che a primo impatto sembrano non riuscire a comunicare. Il gioco consiste proprio nel trovare una connessione tra questo binomio per dar vita a una storia divertente e fantastica.

Le parole devono essere, così, estraniate dal loro uso quotidiano per calarsi in una dimensione nuova e gettarsi così una contro l’altra in un cielo mai visto prima.

Rodari è riuscito a colpire la realtà con la fantasia, per buttare all’aria l’ordine naturale e precostituito delle cose; lo ha fatto con un linguaggio semplice e chiaro, ma allo stesso tempo moderno, attuale, concreto, legato alla realtà e critico nei suoi confronti.

Concludiamo con il suo messaggio, tra i più potenti, per bambini e soprattutto adulti, presente in questo libro decisivo:

“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro e lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti della volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione”.

A 40 anni dalla sua morte, continuiamo a ricordare e a ringraziare Gianni Rodari per tutte le storie meravigliose e gli insegnamenti rivoluzionari che ci ha lasciato.

Grazie Giovanni per tutti Gianni
Per averci insegnato e ricordato
A interrogarci nel corso di questi anni
Su quello che ancora non abbiamo immaginato!

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Il piccolo libro dello Yoga per trovare equilibrio e armonia https://2021.passaggifestival.it/yoga-libro-francesca-senette/ Fri, 13 Mar 2020 11:56:50 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=67645 Vuoi saperne di più sullo yoga? Se pensi anche tu che lo yoga non sia solo un tappetino a terra, ti consigliamo di leggere "Il piccolo libro dello yoga" d Francesca Senette.

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il piccolo libro dello yoga Sonda edizioni Francesca Senette

Ti sei appena avvicinato al mondo dello yoga o vuoi saperne di più? Se pensi anche tu, insieme a Francesca Senette, giornalista e insegnante di yoga, che lo yoga non sia solo tappetino a terra e asana (posizioni), ti consigliamo di leggere il suo “Il piccolo libro dello yoga“, edito da Sonda Edizioni, in cui appunto offre un’immagine più veritiera di questa pratica così antica.

Lo yoga oggi è molto di moda e per troppi ormai è considerato un semplice sport, che consiste nella ripetizione di posizioni più o meno complesse. Ma il mondo dello yoga racchiude intorno a sé molto di più; è uno stile di vita e una pratica quotidiana che si prende cura del corpo e dell’anima.

In questo libro, la Senette racconta il mondo “yogico” attraverso dieci parole fondamentali, offrendo così al lettore e alla lettrice un minidizionario sullo yoga. Oltre all’analisi della parola “yoga” e “asana”, le più conosciute e usate, svela anche le vie indicate per una buona condotta, i comportamenti da evitare e quelli da prediligere per una vita più felice insieme agli altri e con se stessi, “yama” e “niyama” . Oppure cosa sia legato all’“om”, il mantra per eccellenza della tradizione indiana, di solito ripetuto all’inizio o alla fine di una lezione, e cosa rappresenti per la cultura indiana, insieme alla famosa parola “namastè”, che un praticante o un aspirante yogin ha sicuramente sentito.

Leggere questo libro, in questi giorni di reclusione forzata, di preoccupazione e timore, può essere una buona occasione per avvicinarsi a questa filosofia così antica, trasportarla nella nostra quotidianità per aiutarci a guardare alla vita con più calma e positività. È una guida per chiunque – perché lo yoga è per tutti, grandi e bambini – ha voglia di immergersi nella sua filosofia millenaria che insegna consapevolezza e gratitudine, armonia ed equilibrio.


Titolo: Il piccolo libro dello yoga
Autore: Francesca Senette
Editore: Sonda Edizioni
ISBN: 978 88 7224 0847
Pagine: 128
Prezzo: 14 €
Pubblicazione: 12 marzo 2020


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