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Federico Fellini quest’anno avrebbe compiuto cent’anni e questo clima apocalittico gli avrebbe senz’altro ispirato una riflessione delle sue: onirica e perfettamente a suo agio nei recessi più scomodi delle umane precarietà e degli umani struggimenti.
Nel tempo sospeso dell’attesa, mentre cerchiamo di mettere alla porta questo virus sconosciuto e tenacissimo, vi lasciamo qualche suggerimento cinefilo per la quarantena.
Per i giovanissimi che non conoscono l’opera del grande regista riminese, per tutti gli altri che la conoscono a metà o niente affatto, ecco una lista di dieci film reperibili, in versione integrale, su YouTube o RaiPlay, da vedere sulla vostra smart tv seduti sul divano o sul vostro laptop sotto le coperte, magari da soli, visto che i tempi non incoraggiano il contatto fisico. Ma presto recupereremo con gli interessi.
Ecco, allora, la nostra playlist di film felliniani on demand e rigorosamente gratuiti per le serate casalinghe a venire.
Le luci del varietà (1950)
Co-diretto con il più esperto Alberto Lattuada, è la storia di guitti ed amori di provincia. Film realizzato tra mille difficoltà e imprevisti, contiene rimembranze del regista sempre mischiate alla fantasia, alla trasfigurazione immaginativa. Lascia presagire qualcosa di quel che sarebbe diventato il cinema felliniano, nelle note malinconiche soprattutto.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=yhfdlBBdOaM
Lo sceicco bianco (1952)
Film personalissimo di un Fellini ancora acerbo, stroncato dalla critica al suo apparire e poi riabilitato, mette in scena le avventure di due sposini di provincia in viaggio di nozze a Roma: lui nutre la speranza di fare colpo sui parenti romani ben introdotti, mentre lei sogna di incontrare l’interprete di fotoromanzo che predilige, lo sceicco bianco del titolo, interpretato da un indimenticabile Alberto Sordi. Ritratto di una mediocrità che pure non si arrende alla realtà e sceglie di rifugiarsi nel sogno, non senza pagarne lo scotto.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=8Yu9Oz7_dXM&t=1236s
I Vitelloni (1953)
I vitelloni sono i ragazzoni di provincia che hanno scavalcato l’adolescenza e si sono ritrovati, loro malgrado, nella prima età adulta. Sperperata tra sogni di una vita diversa, l’attaccamento a riti irrinunciabili, desideri di cambiamento destinati a non realizzarsi. Uno di loro ce la fa, prende un treno e parte. È l’alter ego del regista che di questo film, a torto definito da alcuni realista, una volta ha detto: “mentre ascolto i discorsi dei miei vitelloni comincio a pensare con una punta di tristezza che, se vorrò continuare il mio lavoro, sarò costretto ancora una volta a tradirli, come ho fatto da ragazzo quella volta che una bella mattina ho preso il treno e me ne sono andato in città. Mi conforta solo il pensare che quando sapranno della mia nuova fuga non se la prenderanno troppo”.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=XcP2K7n5vmk
La Strada (1954)
Gelsomina e Zampanò, Zampanò e Gelosima. Due creature clownesche, luminosa lei oscuro lui, destinate a percorrere insieme, non senza altalene emotive, la strada della vita, una strada che riserva malinconie e sorprese a chi sa percorrerla con la gioia nel cuore e l’innocenza nello sguardo. Nelle parole del regista, La Strada, il film con il quale si è guadagnato il successo internazionale, è «il viaggio di due creature che stanno insieme fatalmente, senza sapere perché».
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=il1drFBRl2M&t=593s
Il bidone (1955)
“Uno dei problemi più gravi, un problema che sta al centro di tutti i miei film, è la terribile difficoltà che si prova nel parlare uno con l’altro, il vecchio problema del comunicare, la disperata angoscia di essere con qualcuno, il desiderio di stabilire un rapporto reale, autentico con un’altra persona”: come ne La Strada, anche qui Fellini si occupa di vite sghembe. Accolto dal gelo alla première al Lido di Venezia e tra i meno amati del regista (ma non tra i meno belli), il film segue le vicende truffaldine di tre mediocri faccendieri sopraffatti dalla loro stessa incapacità di alzare lo sguardo, di sollevarsi al di sopra delle occasioni intriganti di un quotidiano minuscolo, senza promesse di redenzione.
Link al film (RaiPlay): https://www.raiplay.it/video/2016/08/Il-bidone-31cc40e4-f5b7-4a6e-afb3-39b99a76d583.html
La dolce vita (1960)
Fellini lo definiva “un film che dà coraggio, nel senso di saper guardare con occhi nuovi la realtà e non lasciarsi ingannare da miti, ignoranza, bassa cultura, sentimento”. È un’opera che invita ad accostarsi alla realtà, sempre irriducibile a un discorso di ragione, con maggiore respiro, con maggiore apertura alla meraviglia. Marcello Mastroianni, qui un giornalista che sogna di diventare scrittore, illumina ogni istante con il suo gesto interpretativo naturale come un soffio, come il gioco di un bambino.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=Gr2RtrtcRCk&t=8s
Fellini-Satyricon (1969)
Federico Fellini incontra Petronio e il suo grande romanzo in frammenti sulla decadenza romana, in cui gli arricchiti ostentano, ma non sono in grado di parlare correttamente il latino, e, nell’ostentare, divorano il cibo e il tempo in una dissipazione che ha il sapore della fuga della realtà, della negazione della morte: “il mondo dell’antichità è per me un mondo perduto, con il quale la mia ignoranza non mi consente che un rapporto di fantasia”. Fellini ci trova una rassomiglianza con la Roma dei suoi anni, smaniosa di godere per non vedere.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=6PEAbEoxbo0&t=1947s
Amarcord (1973)
Un film che è un commiato alla sua Rimini natia, una Rimini mai reale, ma inconscia, immaginata, avviluppata al suo essere, nel profondo, un provinciale insicuro che sogna la città ma, nel sognarla, se ne sente sempre un po’ spaventato. Adolescenza (individuale) e fascismo (collettivo), come fantasmi che ci tallonano sempre, “questo restare, insomma, eternamente bambini, scaricare le responsabilità sugli altri, vivere con la confortante sensazione che c’è qualcuno che pensa per te, una volta è la mamma, una volta è il papà, un’altra volta è il sindaco, o il duce”.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=9EQItLr6N6w
Il Casanova di Federico Fellini (1976)
Soggetto liberamente basato sulle memorie francesi di Giacomo Casanova, produzione internazionale che fece penare il regista per l’obbligo di girare in inglese, il film è stato tra i più difficili per Fellini, che a lungo lottato contro blocchi creativi e assenza di motivazione. Poi, grazie all’apparizione dell’amico Simenon in un salvifico sogno notturno, la svolta, la conquista della chiave per comprendere e rappresentare l’essenza del seduttore settecentesco, “un uomo che non è mai nato, una funebre marionetta senza idee personali, sentimenti, punti di vista, un italiano imprigionato nel ventre della madre”.
Link al film (YouTube): https://www.youtube.com/watch?v=jVZ_CGBy5Dc&t=51s
Prove d’orchestra (1979)
Orchestrali in attesa del direttore tedesco un po’ nazistoide si raccontano all’inviato di una televisione: piccoli aneddoti o piccole riflessioni che restituiscono la fragilità della condizione umana e un affresco, pur frammentario, degli Anni Settanta, difficili, tormentati e disordinati quali sono stati. Note a margine sul nostro Paese, sempre indeciso fra ribellione e ritorno all’ordine, fra distrazione e lucidità, fra voglia di cambiare le cose e desiderio di affidarsi al miracolo, alla poesia, alla codardia del sogno.
Link al film (RaiPlay): https://www.raiplay.it/programmi/provadorchestra