Indice
- 1 Giudizio Universale: il quinto capitolo del processo al Vaticano
- 2 Una situazione drammatica
- 3 L’eredità di un potere torbido
- 4 L’opera di pulizia avviata da Ratzinger
- 5 Il testimone passa a Papa Francesco
- 6 Un libro a presa diretta
- 7 L’indignazione di un credente
- 8 L’abuso: una condanna per la vita
- 9 Una riflessione sulla società odierna
Nella seconda giornata di Passaggi Festival, il palco di Piazza XX Settembre ha ospitato il giornalista, saggista e conduttore televisivo Gianluigi Nuzzi che ha presentato Giudizio Universale. La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento (Chiarelettere, 2019). In un ampio e approfondito dialogo con il giornalista di Rai News 24 Giorgio Santelli, Nuzzi ha rivelato numerose questioni segrete sugli affari del Vaticano. Come si legge nella scheda del suo libro, ma che ben si può applicare all’incontro tenutosi:
“Ciò che qui viene svelato provocherà una profonda inquietudine, non solo tra i cattolici. Eppure fotografa una realtà che potrà essere affrontata solo se non resterà nascosta, ma diventerà patrimonio di tutti.”
Giudizio Universale: il quinto capitolo del processo al Vaticano
Gianluigi Nuzzi con il suo ultimo libro Giudizio Universale. La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento (Chiarelettere, 2019) è giunto al quinto capitolo della serie di libri sui segreti del Vaticano. Un argomento poco dibattuto, perché l’Italia è un Paese in cui il Vaticano ha una forte influenza. Basti pensare che fino a poco tempo fa si eleggeva il direttore del Tg1 in base al consenso dello stato pontificio. Inoltre, trattandosi di aspetti così negativi, si auspica che non accadano mai all’interno della Chiesa. Confrontando la situazione attuale con quella dell’epoca di uscita del suo primo libro, Vaticano S.p.A. (Chiarelettere, 2009), sembrano esserci miglioramenti. Eppure il sottoscala della curia romana nasconde sempre scheletri.
Una situazione drammatica
La situazione appare drammatica perché il Vaticano, con l’attuale amministrazione, sta rischiando il default. Dall’altra parte stanno aumentando i poveri e il bisogno di aiutarli, aspetto di cui la Chiesa si occupa da sempre ma che può attuare solo con le giuste risorse economiche.
Uno degli elementi che ha contribuito a questa situazione drammatica è la Curia. Il tutto è iniziato quando a fine anni ’60 il Vaticano si è rivolto all’avvocato Michele Sindona, per dismettere tutte le partecipazioni quotate in borsa così da evitare qualsiasi tassazione. Questo è il punto di partenza, perché si aprono filiali del Banco Ambrosiano ovunque, per favorirne il riciclaggio. Sono i tempi in cui il capo del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, si suicida sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. E quelli in cui a capo dello IOR, la Banca Vaticana, vi è monsignor Paul Marcinkus.
L’eredità di un potere torbido
Le situazioni appena descritte hanno generato un coagulo di potere “bacato” i cui eredi sono quelli che si è ritrovato Papa Francesco attorno a sé nel 2013. Al momento della sua proclamazione, vi erano figure come il cardinal Bertone o monsignore Camaldo che di notte si fa chiamare Jessica, membro della lobby gay del Vaticano. Tutte queste figure sono eredi della mentalità sporca, che imperversa in Vaticano dagli anni ’60. Eppure secondo Nuzzi non si possono fare rivoluzioni dall’oggi al domani, neanche con l’opera di certi giornalisti. Il potere ha un funzionamento talmente geometrico che, anche se qualcuno lo smuove un po’, trova il modo di rimettersi in sesto. Non appena qualcuno diventa indifendibile, viene lasciato a piedi, e sostituito da un’altra figura che ha lo stesso atteggiamento. Questo ci rende poco ottimisti, perché non basta cambiare gli uomini responsabili di certi atti. Occorre cambiare gli uomini, le leggi e la mentalità. Papa Francesco sta agendo in questo senso, nonostante i numerosi ostacoli.
L’opera di pulizia avviata da Ratzinger
Joseph Ratzinger aveva iniziato l’opera di pulizia, facendo amministrare lo IOR dal banchiere Ettore Gotte Tedeschi. Nominato nel settembre del 2009, gli fu vivamente consigliato di non chiedere mai l’identità dei correntisti della Banca vaticana, per evitare delle ripercussioni sulla propria famiglia. Gotti Tedeschi fu ben presto destituito, perché introdusse la norma anti-riciclaggio nello stato di Città del Vaticano e alla legge non vennero mai date le norme attuative, privandola degli strumenti per applicarla.
Non è un caso che i peggiori compiti, quelli ad esempio di indagine sui conti dello IOR, in Vaticano vengano assegnati sempre a dei laici. Questo perché, nella scala gerarchica, un prete con una missione specifica è superiore ad un qualsiasi laico, che è la persona con meno potere nella teocrazia del Vaticano. Quindi ogni tentativo di riforma può essere rapidamente frenato.
Il testimone passa a Papa Francesco
Papa Francesco ha passato due anni a fotografare la situazione, anche su eredità di papa Benedetto XVI che aveva lasciato tutti i documenti sui propri tentativi di pulizia. Ratzinger ha maturato le sue dimissioni in un lungo arco di tempo, per poi rendersi conto che non avrebbe potuto cambiare le cose senza perdere credibilità. La sua rinuncia ha reso più semplice il lavoro al suo successore, Papa Francesco, che ha potuto riprendere il tutto. Eppure depurare un ambiente non è semplice. Nonostante il Papa sia il monarca assoluto dello Stato Vaticano, se firma una legge passano anni prima dell’attuazione. Ad esempio ha impiegato 6 anni per scacciare il cardinale “Rambo”, che amava collezionare armi e gestiva i fondi immobiliari. Il Vaticano vuole fare di tutto per proteggersi: ha addirittura chiamato in processo i giornalisti, con un’accusa infondata, per dare un segnale di minaccia contro chi parla. Eppure non è sufficiente, perché le persone sono stanche. I veri credenti ormai rigettano lo sperpero e non accettano che le proprie offerte all’obolo di San Pietro vadano a sanare i conti in rosso del Vaticano o i loro appalti.
Un libro a presa diretta
Il libro di Gianluigi Nuzzi è scritto in presa diretta, con un linguaggio simile a quello che usa in televisione, nella trasmissione Quarto Grado. La sua scrittura porta i lettori direttamente nelle stanze del Vaticano. Si può immaginare il Papa, le espressioni che fa, i dialoghi, la paura di comunicare alcune cose. Ci sono dei veri e propri virgolettati del Papa. In uno di questi, Papa Francesco afferma che gli italiani hanno l’abitudine di nascondere i denari in tutti i cassetti più nascosti della scrivania. Appena nominato, infatti, rinforzò la commissione per controllare e uniformare i bilanci degli ecclesiastici. Un potere ispettivo, quello di Bergoglio, senza precedenti ma non scevro di rischi. Il Papa infatti non vive nell’abitazione usuale dei Papi, ma nell’appartamento di Santa Marta. Qui mangia al self-service per evitare che si sappia in anticipo cosa mangerà; inoltre ha fatto rifare la blindatura della sua auto. Sono tutte spie dei rischi che sta correndo.
L’indignazione di un credente
Gianluigi Nuzzi è credente e il suo intento non è attaccare la Chiesa Cattolica, ma queste persone che in nome del Vangelo commettono dei veri e propri reati. La figura di Papa Francesco emerge infatti positivamente. Come credente non può che indignarsi di fronte a conti dello IOR intestati ad associazioni per la lotta alla leucemia, per i bambini poveri che servivano solo per proteggere il conto di realtà potenti. Indagare su questo mondo dà continuo stupore, perché è un mondo in cui il corrotto viene chiamato inadeguato oppure il pedofilo è una persona con “il vizio dei ragazzini”, quando in realtà è un reato, uno dei peggiori.
L’abuso: una condanna per la vita
Un esempio della mentalità in atto al Vaticano è il criterio di selezione delle guardie svizzere: ragazzi provenienti da piccoli paesini della Svizzera. Lo stesso criterio vale anche per i ragazzi che desiderano diventare chierichetti del Papa. È importante che vengano da piccoli Paesi, perché l’impatto emotivo che suscita l’infinita magnificenza della Cappella Sistina o il semplice fatto di essere nell’entourage del Papa, è un elemento sufficiente per farli tacere. Sfruttando la loro emozione, li si convince a non denunciare eventuali abusi, veramente avvenuti ad esempio sui ragazzi che frequentavano il seminario per diventare chierichetti. Uno di loro ha confessato a Nuzzi di fare sedici docce al giorno, perché si sente ancora sporco. E magari il suo abusatore è ancora a piede libero.
Una riflessione sulla società odierna
L’11 settembre rinizia Quarto Grado. Nel commentare il caso di Gioele e della mamma Viviana, Nuzzi afferma quanto la nostra società sia omertosa, tanto da lasciare sola una donna con i suoi problemi psichiatrici. Una donna che andava aiutata, ma che ha dovuto nascondere la gravità del disagio che stava vivendo.
Inoltre nella nostra società è in aumento la violenza, ad esempio quella verbale. Ormai è come se fosse normale, non suscita più indignazione, fa parte del nostro sistema connettivo.