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La sesta edizione di Passaggi Festival si è aperta con il percorso di inaugurazione delle mostre, curate da Paola Gennari. Si è trattato di un vero e proprio itinerario tra i vari spazi espositivi : da Galleria del Monte a Palazzo de Pili, dalla Corte Malatestiana a San Pietro in Valle, dalla Mediateca Montanari al Caffè Centrale. È in questi luoghi che sono ospitate le undici mostre di Passaggi che omaggiano tutte la Donna, protagonista di quest’edizione.
Andrea Barbato, il lavoro, la famiglia
Punto di partenza è stata la mostra dedicata ad Andrea Barbato, giornalista, sceneggiatore e politico scomparso nel 1996. Una figura alla quale Passaggi è molto affezionato tanto da aver istituito il premio giornalistico Andrea Barbato, che verrà consegnato a Piero Angela. Nel nuovo showroom di Galleria del Monte sono contenute le foto di un grande uomo, colto nella sua intimità di padre e marito o di semplice studente. Non mancano scatti sul suo lavoro: a 20 anni lavorava già per la BCC, prima di una ricca carriera in Rai. La mostra è stata possibile grazie al lavoro della seconda moglie Ivana Monti e dei figli Tommaso e Nicola Barbato. Sono intervenuti il sindaco Massimo Seri, l’assessore alla cultura Stefano Marchegiani e il presidente di Passaggi Festival Cesare Carnaroli sottolineando l’importanza delle mostre anche per dar luce a nuovi spazi espositivi.
Punctum donna, la mostra di Letizia Battaglia
La folla si è poi spostata a Palazzo de Pili, sede di Casarredo, che ospita la mostra di Letizia Battaglia “Punctum donna”. Presente anche la fotografa palermitana, che ha illustrato il senso dei suoi scatti in bianco e nero aventi le donne come protagoniste. Rappresentano un nuovo modo di fare: dopo aver immortalato per anni omicidi di mafia, confessa di avere avuto la nausea di morti e di sangue sentendo il bisogno di purificare la sua opera. Per farlo ha spostato il punctum, ovvero l’aspetto emotivo, sulla donna e sul suo ventre che sono immagini ben più positive ed interessanti. È intervenuta l’assessore alle pari opportunità, Marina Bargnesi riflettendo sul genere femminile e sulle volte in cui non viene sufficientemente ascoltato.
Le mostre di piazza XX Settembre
Carolina Rondina ha poi illustrato il contenuto di “Refest, immagini e parole sui percorsi dei rifugiati”. La mostra raccoglie lavori nati dalla sinergia tra poeti italiani, illustratori spagnoli, fotografi croati e bosniaci incentrati sui sogni dei migranti e rifugiati. Le opere sono esposte in sotterranea, nello Spazio XX Settembre, dove ci sono anche resti di una domus romana.
All’ingresso della Corte Malatestiana si trova la mostra “Cronache di volti” organizzata da Centrale Fotografia e curata da Marcello Sparaventi. È una raccolta di immagini nate dalla fusione tra pittura e fotografia, dedicate alla pittrice ‘Nori de Nobili che ha dei legami con la città di Fano e che ha vissuto per un periodo in manicomio. Le opere esposte la ricordano, a 50 anni dalla sua morte, come “una Monna Lisa senza sorriso, una Monna Lesa”.
Le altre mostre
Quattro sono le mostre ospitate nella Chiesa di San Pietro in Valle: “Essenza” mostra di pittura di Elfrida Gubbini; “Universus mundi” mostra di pittura di Gilda Fantastichini; “Animae mundi” mostra di scultura di Sabina Feroci; “Necessaire” mostra di scultura site-specific di Beatrice Pasquali. A completare il ricco programma vi sono “Instabili” di Natascia Rocchi, ospitata a Caffè Centrale e “Cosmogonie femminili” dell’illustratrice Elisa Talentino, situata alla Mediateca Memo Montanari. Le mostre resteranno anche dopo la fine del Festival, perciò per ulteriori informazioni si può consultare https://2021.passaggifestival.it/mostre-arti-visive-2018/ .
Nonostante non siano nate nel contesto del Festival, nella città di Fano vi sono in contemporanea altre mostre. In particolare, “Anima Altrove” del fotografo Adriano Gamberini a Palazzo Bracci Pagani e “Gente comune” mostra di scultura di Davide Balossi e Nando Crippa.