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Per incominciare al meglio l’ottava e ultima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, Marco Politi, grande esperto della questione vaticana a livello internazionale, ha presentato il libro “Francesco. La peste. La rinascita” edito da Laterza. L’autore ha conversato con Liliana Cavani, regista, e Alessandra Longo, giornalista.
Il Papa, figura centrale in un periodo di crisi
Come dice Liliana Cavani, “I personaggi sono come le stelle comete”. In particolar modo all’interno di un periodo molto difficile da affrontare, la figura della Chiesa è fondamentale. Troppo spesso sino a quel momento all’interno della Chiesa aveva prevalso nel bene e nel male la struttura sugli uomini. Tuttavia ci sono stati diversi Papi che si sono comportati coraggiosamente, da uomini veri, come Papa Giovanni XXIII. La religione costituisce il ponte tra gli uomini e qualcosa che gli uomini non possono toccare.
La verità e la solidarietà prima di tutto
Il 27 marzo 2020 Papa Francesco si trova solo, con la piazza del Vaticano deserta, in una giornata di pioggia battente, in preda alla sofferenza legata all’impossibilità di trovare risposte ai problemi sorti da una tempesta assai violenta come la pandemia. La Chiesa dopo tantissimi anni non è più al centro della peste. Papa Francesco non si vergogna mai di dire la verità in merito a questa crisi. In seguito al silenzio della Chiesa e al nostro silenzio, il Papa torna in scena per mostrare la nudità della situazione in una piazza vuota, non con un discorso ex catedra, dicendo che è il giorno del giudizio nostro e non di Dio e che tutti devono aiutarsi per salvarsi. Non è possibile salvarsi da soli senza gli altri; tutto deve partire da una ricostruzione e da una rigenerazione.
Tutti gli uomini sono uguali
Nel silenzio del Papa ci sono parole di sostanza umana. Si cerca di capire la fratellanza tra tutti. La piazza è deserta, ma è come se fosse piena. Il mondo è molto più ricco delle percezioni. Tutti gli uomini sono della stessa sostanza. Le persone possono essere dominate dalla bontà o dalla cattiveria, due modi opposti per affrontare la pandemia, dalla quale possono uscire peggiorati o migliorati. Ormai è difficile vivere secondo uguaglianza e fratellanza. Ma in ogni vita anche disgraziata, c’è una scintilla positiva. Cristiano è chi vive nella realtà il comandamento di amore e si prende cura del prossimo come di sé. Ultimamente nella storia si è visto troppo odio, e troppe sono state le menzogne. L’ignoranza è portatrice di disgrazie.
L’importanza del dialogo
Papa Francesco è aperto sempre al dialogo e alla discussione riguardo ogni tematica; rigetta la violenza e l’aggressività come strumenti per contestare idee diverse dalle proprie. La libertà di parola e di espressione deve stare alla base di tutto, e il rispetto per le opinioni diverse non deve mai mancare, anche se si è contrari riguardo un certo punto di vista. Per esempio il Papa sulla questione dell’omofobia, pur essendo la Chiesa contraria a questo tema, riconosce la libertà alle persone omosessuali di poter vivere in famiglia. Il Papa crede sempre in un percorso di evoluzione della Chiesa, pur non avendo sempre la maggioranza dalla sua parte. Secondo Papa Francesco “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprezzarla”.