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A concludere la settima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, c’è Mario Calabresi, giornalista e scrittore, che è stato anche direttore del quotidiano La Repubblica. Mario Calabresi presenta il libro “Quello che non ti dicono” edito da Mondadori, intervistato da Piero Alessandro Corsini, responsabile Rai 5 della Direzione Rai Cultura.
Un nuovo libro, nato per caso
A differenza di tutti gli altri libri, alla cui base si trovavano idee coltivate, pezzi, appunti, ritagli, frasi, tutti conservati in una cartellina, “Quello che non ti dicono” nasce dalla necessità, non sua, di raccontare attraverso un fatto il terrorismo degli anni Settanta, argomento di notevole importanza quasi mai affrontato nelle scuole. Il libro non nasce da un pensiero né da una ricerca, ma per caso e all’improvviso. L’autore ha scritto il libro in modo apparentemente semplice, ma ogni singola parola non è superflua ma ha il suo peso.
Il rapimento di Carlo Saronio, un fatto tragico
Da pochi anni è su Facebook per raccontare storie e dialogare in tono civile senza mai ricevere insulti. A un certo momento viene avvisato direttamente dall’Algeria da un frate, Padre Piero, il quale gli spiega che suo zio, Carlo Saronio, è stato vittima di terrorismo di un gruppo di estrema sinistra, essendo stato rapito e ucciso a Milano a soli 26 anni, nel 1975. Padre Piero gli chiede così di scrivere un libro. La figlia Marta non ha mai conosciuto il padre, essendo nata il 24 dicembre del 1975; Marta vorrebbe più informazioni su quanto accaduto a Carlo Saronio, ma non ha la forza di fare domande a nessuno. Un fattore che spinge Mario Calabresi a scrivere è rappresentato dagli stessi eventi capitati alla sua famiglia, dato che suo padre Luigi era morto nell’aprile 1972 e il fratello Luigi è nato a dicembre dello stesso anno.
“Quello che non ti dicono deve essere ricercato”
Poco prima della pandemia l’autore ha presentato un libro in un teatro di Lodi e l’ultima persona ad andarsene è stata proprio Marta. Lui non la riconosce subito, ma attraverso il pensiero di Padre Piero che gli torna in mente. Da lì inizia il racconto della storia di Carlo, tramite la ricerca di articoli, documenti, foto, lettere che ne testimoniano la vita. La Milano degli anni Settanta, gli anni di piombo, è dominata dal terrorismo di Destra e di Sinistra, dai rapimenti e dalle uccisioni. Carlo si vergognava della ricchezza e del benessere della sua famiglia, e si avvicinò al mondo popolare e al gruppo politico del Potere Operaio, dal quale fuoriuscì il gruppo del Fronte Armato Rivoluzionario Operaio che lo rapì. Il padre di Carlo aveva fabbricato armi e gas per i fascisti e aveva pure scattato una foto con il duce. La madre di Marta non le ha mai raccontato l’accaduto perché, secondo lei, sono fatti che non si devono dire e devono restare nascosti. Secondo Padre Piero, invece, “Quello che non ti dicono va cercato”. Proprio da qui è nato il titolo.
Gli anni Settanta, un periodo da non dimenticare
Gli anni Settanta si presentano come un mosaico bizantino, privi di alcune verità, nonostante la discreta conoscenza in generale. Il Novecento e gli anni Settanta sono periodi che non possono essere tralasciati; di questi tempi recenti bisogna essere a conoscenza della verità di tutti i fatti e non si devono dimenticare le vittime. Le scuole, in particolar modo, devono accantonare una parte della storia antica, perché è necessario che tutti comprendano questo periodo, che non rappresenta una fase secondaria di passaggio, ma l’origine delle ultime generazioni.
“Prima di ogni altra cosa, è fondamentale ricercare e scoprire la verità di tutti i fatti accaduti, per poter essere al corrente della storia moderna e contemporanea e capire la propria origine”.