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Giugno è storicamente il mese dell’orgoglio gay, quest’anno, però, si tratta di un Pride Month speciale per svariati motivi. Se da un lato le misure per contrastare il Covid impediscono lo svolgimento delle parate, che sono il momento più simbolico ed importante per il movimento LGBTQ+ e che (chi ha avuto la fortuna di partecipare sa) sono quanto di più lontano si possa immaginare dal distanziamento sociale, dall’altro questo giugno caldo è stato caratterizzato dall’affermarsi, ormai a livello globale, del movimento antirazzista che ha visto moltissime persone scendere in piazza in seguito all’uccisione a Minneapolis dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia.
È impossibile infatti non pensare all’intersezionalità del movimento Black Lives Matter e del movimento LGBTQ+: sono numerosissimi gli attivisti LGBTQ+ di colore che si trovano a dover combattere un’oppressione perpetrata su due fronti, quello della razza e quello della sessualità. Furono proprio questi attivisti, inoltre, che ebbero un ruolo determinante nella nascita e nello sviluppo del movimento. Come ha affermato l’intellettuale ed attivista Angela Davis in un’intervista del 2004:
“Il movimento gay, lesbico, bisessuale e transgender non sarebbe stato concettualizzato allo stesso modo se non fosse accaduto sullo sfondo del Movimento per i diritti civili.”
È per questi motivi, e con questa consapevolezza, che un buon modo per celebrare questo mese dell’orgoglio gay potrebbe essere attraverso una serie di letture che ripercorrano le fasi della nascita del movimento LGBT ed i momenti più importanti di tale movimento in Italia e nelle Marche.
La nascita del movimento: “Stonewall. Quando la rivoluzione è gay” di Massimo Consoli
Massimo Consoli è stato un intellettuale italiano tra i fondatori del movimento di liberazione omosessuale nel nostro paese. Per anni è stato impegnato nella creazione di un archivio internazionale sull’omosessualità riportando alla luce scritti, lettere, studi ed articoli sulle origini del movimento LGBT che ancora oggi costituiscono delle fonti preziose per ricercatori ed attivisti.
Il suo libro Stonewall. Quando la rivoluzione è gay fu la prima opera italiana a trattare i moti di Stonewall e a tracciare una storia del movimento LGBT. La notte tra 27 ed il 28 giugno del 1969, in seguito all’ennesimo intervento violento della polizia in un locale gay di Manhattan (lo Stonewall Inn), la parte della comunità gay che in quel momento si trovava nel locale decise, per la prima volta, di reagire mettendo in atto una resistenza attiva. Il gesto che avrebbe determinato l’inizio della ribellione, e la conseguente nascita del movimento, sarebbe stato individuato nel lancio di una bottiglia contro la polizia da parte della transessuale Sylvia Rivera, che diventerà uno dei volti più noti del movimento LGBT.
Merito dell’opera di Consoli è soprattutto quello di aver descritto le conseguenze di quel momento storico in Europa e in Italia: tenendo a mente la complessità della realtà americana dell’epoca, il libro descrive come il valore fortemente simbolico di quella prima ribellione abbia determinato l’inizio di una nuova stagione di lotta anche nel vecchio continente e nel nostro paese.
Da Stonewall a Porto Sant’Elpidio: “Siamo ovunque. Memoria omosessuale marchigiana” di Jacopo Cesari
Nel parlare della ricostruzione della storia del movimento LGBT italiano non possiamo non citare l’opera di Jacopo Cesari, presentata durante la scorsa edizione di Passaggi Festival, Siamo ovunque. Memoria omosessuale marchigiana. Il libro di Cesari non si limita, infatti, ad una ricostruzione della storia omosessuale marchigiana ma, attraverso questa, mette in luce tematiche di ampio respiro come il rapporto tormentato tra PCI, PSI, sinistra extra-parlamentare e movimento LGBT, che nel nostro paese ha determinato una condizione di partenza indubbiamente diversa rispetto ai movimenti di altri paesi dove un maggiore spazio politico concesso dalla sinistra conferì, già nelle prime fasi del movimento, un’impronta marxista ed intersezionale.
Jacopo Cesari parla nel suo libro, però, anche di un caso eccezionalmente felice: le vicende legate a Porto Sant’Elpidio e al suo sindaco comunista Giovanni Conti che, nel 1983, fece da cerniera tra il Gay Camp e la comunità locale. L’esemplarità di questo incontro è evidenziata dalle parole, riportate da Cesari nel libro, di Marco Sanna (fondatore del Collettivo Narciso e del Circolo Mario Mieli successivamente):
“I cittadini di Porto S. Elpidio, hanno capito una cosa che ancora non ha capito la maggior parte della gente, compagni e delle grandi città inclusi, e cioè che la nostra, al di là delle rivendicazioni specifiche, è una lotta per la libertà. Per la libertà si intende quella di tutti: è una lotta per affermare il rispetto di ogni persona e come tale merita e necessita dell’appoggio e del coinvolgimento di tutti.”