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Giovedì 24 giugno il Pincio di Fano, gremito di pubblico come non mai, ha accolto, con applausi ed eccitazione, la star della serata: Cesare Cremonini, a cui è stato conferito il Premio Fuori Passaggi 2021. Il cantautore ha presentato il suo libro Let them talk (Mondadori) conversando con la giornalista de Il Foglio Simonetta Sciandivasci.
L’artista prima e dopo e la pandemia
Cesare Cremonini ha iniziato il suo dialogo con Simonetta Sciandivasci affermando che, secondo lui, il concetto di artista, in ogni campo, dalla musica al cinema, è stato completamente ridefinito dalla pandemia. Per circa vent’anni ha sempre pensato al suo lavoro proiettandolo nel futuro, nella prospettiva di costruirsi un’importante carriera. L’emergenza sanitaria e tutto ciò che ne è seguito l’hanno portato a riconoscere l’importanza di un legame tra il ruolo dell’artista e il presente. Si è trovato costretto a cambiare approccio nella scrittura delle sue canzoni e nella sua intera professione di cantante. L’artista dovrebbe fornire, attraverso i frutti del proprio lavoro, una lettura del presente.
Il percorso dell’artista
Let them talk descrive il funzionamento della mente del cantautore. Spesso le canzoni nascono dal suo incontro con le persone, ma la loro scrittura può avere infinite declinazioni. L’artista vive nel totale caos e nell’inconsapevolezza di ciò che creerà. Il suo percorso è costellato di pezzi smarriti di sé, che, quando ritrovati, gli permettono di creare qualcosa di speciale.
La musica non è solo una questione di talento, ma anche di coraggio. Il coraggio di non accontentarsi, di non impigrirsi di fronte all’assenza di ispirazione e di non lasciare spazio al terrore di non trovarne più. Una volta creata, la propria opera è fragile, l’autore la deve custodire e proteggere ancor prima di diffonderla tra il pubblico.
Il medico della gente
Una figura molto importante per Cesare Cremonini è quella paterna.
Il padre era un medico, uno dei pochi a San Lazzaro, il paese vicino Bologna in cui ha sempre lavorato. È grazie a lui e alle sue visite mediche a domicilio che ha imparato a “vivere la casa degli altri” e ad “aprirsi verso il mondo della gente”.
Il padre ha sempre legato la sua carriera al territorio, spendendosi per questo. La comunità lo ha ricambiato con grande amore e gratitudine, come testimonia la targa a lui dedicata nell’Asl di San Lazzaro, in cui viene ricordato come “il medico della gente”.
Un film su Lucio Dalla
Cesare Cremonini sta lavorando a un film su Lucio Dalla, di cui cura la scrittura e la regia. Spesso accade che il mondo del cinema, come anche quello dell’editoria, si rivolga a quello della musica per realizzare e promuovere un progetto.
Appena gli è stata comunicata questa notizia, Cremonini si è sentito ispirato e pieno di idee, convinto di essere in grado di portare a termine con successo anche questo lavoro. Ha subito riconosciuto che tali impressioni derivavano da un sentimento di ambizione, che avrebbe rischiato di portarlo sulla strada sbagliata. Ha così ridimensionato le sue prospettive e ha compreso che per trovare la via corretta avrebbe dovuto guardare alla vita di Lucio Dalla e soprattutto a come questa si sia intrecciata con la storia, musicale e non, della sua Bologna.
Intrattenimento e fantasia
Nel suo libro Cesare Cremonini racconta che da bambino voleva fare il clown, gli piaceva far ridere. Ha scoperto l’intrattenimento, che poi è diventato il suo lavoro, andando all’asilo. È stato il suo primo vero incontro con gli altri. Secondo lui poteva affrontare questa esperienza, inizialmente traumatica, solamente attirando l’attenzione su di sé e facendo divertire i suoi coetanei. L’intrattenimento nasce come una forma di sopravvivenza, non come una professione.
Cremonini ha concluso il suo discorso parlando di fantasia e definendola una necessità. Senza di essa non si comprendere nulla: come si può definire ciò che accade nelle periferie di una grande città o ai migranti nel Mar Mediterraneo senza avere la fantasia per immaginare com’è vivere ciò che non si sta vivendo? Senza fantasia non è possibile immaginare e raccontare la storia, le emozioni e gli stati d’animo degli altri.
Premio Fuori Passaggi
Ieri sera a Cesare Cremonini è stato conferito il Premio Fuori Passaggi, alla sua prima edizione. Per la cerimonia di premiazione sono saliti sul palco Ludovica Zuccarini e Davide Cattarossi, curatori della rassegna “Fuori Passaggi Music&Social”, e Marianna Magrini, Consigliere Comunale di Fano.
Il Premio Fuori Passaggi è stato conferito a Cesare Cremonini per aver tradotto in versi di canzoni sentimenti ineffabili e sfumati, emozioni di una generazione sospesa tra amore e paura, per non aver mai tradito la singolarità della sua voce e della sua penna, per aver affidato alla musica ferite, incertezze e debolezze e per aver scovato nel quotidiano la poesia.