Passaggi Festival ha avuto l’immenso piacere di ospitare sul palco, per l’ultima serata, Rula Jebreal, una donna meravigliosa dall’indescrivibile potenza narrativa. Nell’ambito della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza”, Rula ha conversato con la giornalista Maria Novella De Luca presentando ‘Il cambiamento che meritiamo’ (Longanesi), un libro importante ed intenso che traccia una strada per il cambiamento della condizione femminile nel mondo.
L’importanza delle parole
È enorme il valore che Rula attribuisce alle parole, quelle stesse parole che sono la chiave del cambiamento per la condizione della donna. Lei le ha trovate in un viaggio in Medio Oriente quando, come inviata del New York Times, ha incontrato delle donne stuprate dall’Isis. Così ha trovato la forza di raccontare la sua storia, perché l’atto di coraggio di una donna dà coraggio ad altre. Così ha alzato la testa e ha iniziato a parlare, finalmente, del suo vissuto. Ha fatto emergere quella voce che tanto aveva cercato di soffocare e dimenticare e questo gesto le ha dato libertà grazie alla sua determinazione. Rula non perde occasione per farsi portavoce di questa immensa battaglia e ce lo ha dimostrato salendo, nel 2020, sul palco di di Sanremo ricordando a tutte le donne che non sono sole, che la loro voce e la loro storia valgono. “A tutte quelle donne vittime di abusi, di stupri, di ingiustizie, quel momento era per voi. Negare la giustizia a una donna vuol dire negare la democrazia”.
Uscire dal cerchio di violenza
La violenza è una bestia che colpisce tutta la comunità, mai solo il singolo. Distrugge famiglie, vite, anime. Ogni crudeltà trova la sua origine nel linguaggio, artefice della “deumanizzazione” di una donna. La violenza e le atrocità non iniziano con gli stupri, ma -sempre- con le parole. Ci si è mai chiesti come mai, in uno scenario così ricco di abusi e maltrattamenti, una donna denunci a fatica? C’è una grande difficoltà delle vittime nello spezzare le catene e uscire dal cerchio della violenza. Questo perché quando una donna denuncia una violenza inizia un processo rivolto a lei, come vittima e non al suo aggressore. Si parla della sua gonna troppo corta, del tacco troppo alto, della scollatura provocante. Così una vittima di abusi si trova a doversi giustificare riguardo il suo modo di dire le cose, di pensare, di agire. Questa è la realtà in cui viviamo, una realtà che impone canoni da rispettare e che al contempo denigra quando sei tu stessa la vittima.
Oggi il femminismo ha capito che la grande battaglia è proprio quella sul linguaggio e che unendosi agli altri gruppi discriminati, diventando intersezionale, può rendere la lotta per la parità più efficace.
Lottare per i propri diritti
Rula ha poi raccontato di Darnella Frazier, l’eroina appena diciassettenne, che ha registrato il video dell’omicidio di George Floyd. Quelle immagini di puro orrore hanno dato voce a Floyd e a tanti altri che, come lui, una voce non ce l’hanno più. Questa giovane ragazza ha compreso l’importanza della diffusione dell’immagine del razzismo in tutta l’America, affinché qualcosa potesse cambiare. Ha compiuto un atto di estremo coraggio.
“La storia di George Floyd non è iniziata con lui, ma con Rosa Parks e tutte quelle attiviste che hanno deciso di prendere in mano il loro destino. Senza il loro coraggio la storia dell’America non sarebbe mai cambiata”.
Negli Stati Uniti quando una donna è troppo ubriaca e non è in grado di acconsentire, di dire sì o no, è uno stupro. No vuol dire no. L’uomo non ha il diritto di appropriarsi e prendersi qualcosa da una donna senza il suo consenso. Questo è un insegnamento che viene dato a tutti i ragazzi nelle scuole americane.
Nel momento in cui le donne americane hanno deciso di denunciare le violenze sul lavoro è avvenuta una rivoluzione enorme. In Italia no. Viviamo in una realtà in cui la violenza è talmente normalizzata che uno stupro non risulta poi così grave. A dire il vero, nel nostro paese un inizio di rivoluzione c’è stata, ma si è fermata. Rula sostiene che l’unico modo per porre rimedio a queste tragiche situazioni sia “intervenire con la legge. Qualsiasi politico che non rispetta e incrementa la parità non merita il vostro voto. “
“Non voglio aspettare cent’anni prima che il governo si svegli e decida che la libertà è doverosa. Utilizzerò qualsiasi privilegio che ho per aiutare le altre donne, il cambiamento deve cominciare da ora. Abbiamo una responsabilità morale nei confronti di quel pozzo di libertà da cui tutti abbiamo bevuto. Chiedo a tutte voi di appropriarvi del proprio destino. Il tempo è adesso, ora”.