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Libri da regalare a Natale. Un’alternativa al caro vecchio Ebenezer Scrooge
Quali libri regalare a Natale? Nella maggior parte delle librerie, puntualmente affollate in questo periodo dell’anno, troneggia il mitico “scaffale di Natale”. Solitamente è un’istallazione temporanea che accoglie una parte piuttosto considerevole di Classici sul Natale.
Loro sono i protagonisti e, effettivamente, chi in tenera età ha potuto sperimentare la lettura, a tratti traumatica, di libri come Il Canto di Natale o La Piccola fiammiferaia (ancora oggi mi chiedo se ci sia qualcuno che abbia sinceramente superato l’apparizione dello spirito del Natale Passato di Ebenezer Scrooge, la vicenda del piccolo Tim storpio e malato o la Piccola Fiammiferaia che raggiunge la nonna morta in cielo), sa bene che è inevitabile provare una confortevole nostalgia davanti ad essi. Tutto questo è molto bello e rassicurante ed indubbiamente il trasporto emotivo che un certo tipo di narrativa può dare al lettore è impagabile ed irripetibile…ma la saggistica? Quanto spazio viene dato alla saggistica in questo fantomatico “scaffale di Natale”? Sembrerebbe poco, ma, nonostante ciò, in questo articolo ci proponiamo di fornire delle alternative valide al caro vecchio Scrooge.
Un processo a Babbo Natale
In “Babbo Natale, dove si racconta di come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario“, Nicola Lagioia (vincitore del Premio Strega 2015) ci descrive un Babbo Natale rappresentante emblematico della società dei consumi, cresciuto di pari passo con essa ma impostosi, nel nostro immaginario, come una figura proveniente da epoche lontane preindustriali ed idilliache. In ogni caso Babbo Natale era già stato fatto fuori dall’antropologo Claude Lèvi-Strauss nel suo Babbo Natale giustiziato (scritto nel 1951 e ripubblicato nel 1995) in cui, partendo da un fatto di cronaca, l’autore ci parla di Babbo Natale come di una divinità ma anche come di una figura strettamente legata ai riti di iniziazione.
Oltre il consumismo frenetico
Ma come si può effettivamente ovviare al consumismo frenetico tipico del periodo natalizio? Una possibile risposta ci viene fornita da Enrico Bassignana nel suo Lo spirito del Natale. Tempi, simboli e significati delle feste di fine anno. Sapere perché a Natale si ripetano pedissequamente determinate usanze o si mangino determinati cibi ci potrebbe riportare, secondo l’autore, al significato autentico di questa festività evitando, così, di ridurla ad un evento puramente commerciale. Ed ecco che, in quest’ottica, un’altra lettura estremamente interessante potrebbe essere Gesù è nato a Napoli. La mia storia del presepe di Luciano De Crescenzo che, con ironia e precisione, ripercorre la storia di una componente importantissima del folklore italiano: il presepe.
La tregua di Natale
Al di là di saggistica e narrativa c’è una lettura, infine, a cui dovrebbe essere dato un certo rilievo. Potrebbe sembrare per certi versi anacronistica e quasi sovversiva considerando quanto, in questo particolare momento storico, la violenza, lo scontro diretto e l’aggressività stiano sempre più assumendo il ruolo di valori e percorrendo la strada verso la legittimazione. Si tratta de La tregua di Natale. Lettere dal Fronte che, attraverso le parole di chi quell’evento lo visse direttamente, racconta un fatto incredibile avvenuto sul Fronte Occidentale durante La vigilia di Natale del 1914: senza che nulla venisse concordato i soldati degli opposti schieramenti cessarono il fuoco, addobbarono le trincee ed iniziarono a scambiarsi gli auguri. Effettivamente è proprio così che mi piace pensare al Natale: un momento di insubordinazione contro l’odio e, magari scambiandoci dei buoni libri, anche contro l’ignoranza.