Ha avuto luogo martedì 22 giugno il secondo appuntamento di Calici di scienza, dedicato alla memoria del sommo poeta fiorentino. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università di Camerino, rientra nella rassegna “Calici di Scienza”, un insieme di aperitivi scientifici presso la Sala da Tè “L’Uccellin Bel Verde”.
“E Ritornammo A Riveder Le Scienze”, questo il titolo dell’incontro tenuto da Claudio Pettinari, Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, Alessandro Del Priori, docente di Storia dell’Arte e dai laureandi presso l’Università di Camerino.
Dante poeta e scienziato
L’incontro si è incentrato sulla figura di Dante, inquadrato però in un’ottica inusuale: Dante non solo come poeta, ma anche uomo di scienza.
Una lettura più approfondita della Divina Commedia ci rivela che gli ambiti scientifici trattati sono tanti: spaziano dalla geologia alla fisica, dall’alchimia alla matematica.
Una vera e propria opera enciclopedica, pilastro della letteratura fiorentina e italiana. Un classico a tutte le definizioni: ogni rilettura ci offre nuovi spunti.
La geologia dantesca
Dante rivela una profonda conoscenza dei fenomeni di caratteri geologico. Parla di una gigantesca frana a cui da due possibili spiegazioni scientifiche: l’evento potrebbe essere stato causato da un precedente fenomeno sismico, oppure potrebbe essere stato generato dall’erosione delle acque che hanno scavato il pendio rendendolo debole. Descrive un terremoto avvenuto nella Valle dell’Adige, denominato il terremoto della valle trementina. Sappiamo oggi che fu una frana sismo-indotta e ciò ci mostra che Dante anticipò addirittura il fenomeno del cosiddetto “multi-sisma”. Numerosi sono anche i richiami meteorologici ed idrogeologici, come la descrizione delle cascate di un fiume o quella di sorgenti di acqua solfurea. Possiamo affermare quindi che, a dispetto di ciò che si pensa comunemente, Dante non impersona affatto il periodo oscuro della scienza. Egli simboleggia invece un periodo necessario per imporre le base della successiva rivoluzione scientifica.
Una razionalità scientifica
All’interno della Divina Commedia non mancano poi i riferimenti alla fisica. Essa nasce come scienza che vuole capire e spiegare in maniera razionale il funzionamento del mondo. Il problema al tempo di Dante è che la fisica non era unificata ed erano tante, e tanto diverse, le teorie che la componevano. Ai tempi di Dante c’erano la fisica creazionista (quella della Bibbia) e quella aristotelica ed era fondamentale il modello tolemaico.
Ciò che rende Dante uno scienziato è l’uso della razionalità, egli non si basa su preconcetti e dogmi. Ad esempio, quando Dante e Virgilio nel primo canto del purgatorio transitano dall’inferno al purgatorio stesso, salgono sulla montagna a mezzogiorno e Dante si stupisce di vedere il sole a nord anziché a sud. Il sommo maestro gli spiega l’accadimento con precisi riferimenti astronomici di natura scientifica.
In pochi comprendono la fatica che Dante ha dovuto impiegare in un’opera che ormai è diventata il simbolo della nostra letteratura. Pur dando vita ad un lavoro di carattere religioso egli non tralascia alcuna spiegazione scientifica, dimostrando uno studio solido ed approfondito di tutte le diverse materie.
“L’oltre mondo dantesco è un capolavoro di razionalità a tratti perfino geometrizzante”