Antonella-Viola-Passaggi-Festival

 

Ad aprire gli eventi in piazza nella terza serata di Passaggi Festival è Antonella Viola. L’immunologa ha presentato il suo libro Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario (Feltrinelli). L’autrice è stata intervistata dalla giornalista Alessandra Longo. Antonella Viola ha iniziato, inoltre, il suo incontro raccontando del suo legame forte con Fano, dove ha trascorso un anno tra il 2012 ed il 2013 e dove ritorna periodicamente con piacere.

L’attuale situazione pandemica ed i vaccini

All’inizio dell’intervento Alessandra Longo ha chiesto ad Antonella Viola di fare il punto sull’attuale situazione pandemica e di commentare l’andamento del piano vaccinale e le recenti vicende legate al vaccino AstraZeneca. L’immunologa si è subito rivelata critica nei confronti della scelta della parola “consigliabile” utilizzata da AIFA rispetto alla seconda dose di un vaccino diverso per gli under 60 che hanno fatto la prima dose di Astrazeneca, poiché da un’agenzia del farmaco ci si aspetterebbe maggiore chiarezza. Secondo Antonella Viola, afvorevole all seconda dose con un vaccino diverso per gli under 60, affidare la scelta al singolo o al proprio medico di base è, in realtà, un pericoloso errore, un modo di scaricare responsabilità sui medici di base.

Alla constatazione di Alessandra Longo sulle numerose disdette che stanno caratterizzando gli ultimi giorni della campagna vaccinale Antonella Viola si rivolge direttamente alle persone spaventate: l’immunologa infatti ci tiene a precisare di come tutti i vaccini proteggano dalla malattia grave e di come questa protezione sia fondamentale in un contesto in cui il virus sta mutando e che, nonostante in estate circoli meno, non è detto che a settembre ed ottobre non si ripresenti come avvenuto lo scorso anno. La differenza, però, precisa la Viola, è proprio nella protezione fornita dai vaccini.

Un libro sull’amore

Nel momento in cui l’immunologa inizia a parlare del suo libro, come evidenzia Alessandra Longo, emerge subito un totale un innamoramento  ed una forte passione per il proprio lavoro. nel suo Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario, infatti, Antonella Viola descrive, spiega e racconta il sistema immunitario con un linguaggio romantico: i meccanismi che lo riguardano sono descritti in modo accattivante anche per lettori non esperti. E così l’incontro tra le sentinelle (che dalla periferia arrivano nei linfonodi) con i linfociti viene descritto come un tango: si tratta di un momento decisivo, dice l’immunologa, in cui si scopre se le informazioni che arrivano al sistema immunitario sono giuste o sbagliate, “se l’affinità funziona”.

Il messaggio del pescegatto

Antonella Viola si è avvicinata alla biologia perché molto sensibile alle tematiche ambientali, una sensibilità, che, essendo lei di Taranto, è inevitabilmente legata alle vicende dell’Ilva. Durante l’incontro ci tiene a precisare di non essere un medico ma una biologa e ripercorre il suo percorso dallo studio degli effetti dei metalli pesanti sul sistema immunitario del pescegatto presso l’Università di Padova, durante il quale si è ritrovata più volte a pescare i pesci nelle vasche con le proprie mani, al Basel Institute of Immunology (a soli 25 anni, ndr) dove nell’arco di pochi mesi pubblicherà il suo primo articolo su Science. Il messaggio del pescegatto consiste pertanto, per l’immunologa, in una spinta al non demordere, a lavorare, anche facendo cose che apparentemente sembrano allontanarci dall’obiettivo più importante, poiché “non è mai tempo buttato quando le cose si fanno con passione”.

Previsioni

L’immunologa inizia, poi, a parlare del rapporto tra scienza e comunicazione: una pandemia infatti era stata prevista dal mondo scientifico da diverso tempo e se ne parlava durante i convegni e gli incontri frequentati esclusivamente da addetti ai lavori. Ciò che è mancato, secondo Antonella Viola, è stata proprio una traduzione ed un’interazione con le istituzioni e con il grande pubblico. La pandemia probabilmente sarebbe arrivata lo stesso ma ad aspettarla avrebbe trovato un piano pandemico strutturato meglio. Invece questi ultimi anni hanno evidenziato come la scienza non sappia comunicare con la politica, scienza che invece dovrebbe essere una bussola che orienta le scelte politiche. Alla luce di tutto ciò l’immunologa lancia un appello importante: nel 2050 la prima causa di morte saranno, presumibilmente le infezioni, questo sarà legato ad una sostanziale resistenza che stiamo sviluppando agli antibiotici. Antonella Viola, però non si riferisce all’assunzione personale degli antibiotici (che hanno salvato e continuano a salvare moltissime vite) ma all’utilizzo massiccio di questi nella catena alimentare. Questa resistenza che, per ora, colpisce persone tendenzialmente molto fragili potrebbe, con il tempo, andare a colpire anche le persone in salute. Per questo, secondo Antonella Viola, è necessario agire subito, smetterla di usare il pianeta come discarica ed investire in ricerca.

Pensiero scientifico e ricerca

È necessario, inoltre, secondo l’immunologa, educare i cittadini tutti al pensiero scientifico: la scienza, infatti, si misura con l’incertezza e nella capacità di un determinato argomento di creare dibattito. Anche nel mondo scientifico c’è dibattito e, talvolta, divisione, soprattutto rispetto ad un argomento nuove ed imprevedibile come il Covid: da un lato qualcuno si è confrontato con gli altri e ha studiato, dall’altro, invece,qualcuno si è lasciato andare di più alla propria intuizione. La medicina deve, però, secondo Antonella Viola, fare un salto di qualità e non può essere più basata sull’intuizione, tale approccio, infatti, è considerato totalmente anacronistico e polveroso. Questo preciso momento che stiamo vivendo, secondo l’immunologa, è una grandissima occasione per far capire che la scienza è fortemente democratica: “è ovvio che non si possa scegliere ad alzata di mano se la legge di gravità vale o non vale” ma nelle questioni importanti, come quando parliamo di sanità o di ambiente, le persone non sono solo spettatori ma hanno anche potere decisionale e, quindi, vanno coinvolte. Quando si decide di vaccinarsi, per esempio, è necessario, afferma Antonella Viola, che i cittadini siano preparati e consapevoli poiché alla base di una scelta libera c’è la conoscenza.  L’educazione scientifica, pertanto, deve iniziare nelle scuole elementari: qualunque bambino deve trarre vantaggio ed esercitare il dubbio sistematico, esercitare il pensiero scientifico.

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