Armando Massarenti Passaggi Festival 2021

Il secondo e ultimo appuntamento della Rassegna “Anno per anno” ha visto protagonista il filosofo e giornalista del Sole 24 Ore Armando Massarenti, autore con Antonietta Mira del libro “La pandemia dei dati. Ecco il vaccino” edito da Mondadori. A dialogare con lui, nella suggestiva Chiesa di San Francesco, il presidente del Centro per il Libro e la Lettura Marino Sinibaldi.

Anno per Anno: la pandemia

La Rassegna “Anno per anno” è un progetto all’interno di Passaggi Festival pensato per presentare dei libri che segnassero un determinato anno. A fare da padrone è quindi il tema della pandemia.
Il primo incontro proponeva un approccio morale e spirituale al tema, fornito dal libro di Luigi Manconi e Monsignor Vincenzo Paglia. Con l’opera di Armando Massarenti e Antonietta Mira, esperta di data, si ha invece un punto di vista estremamente scientifico. Il libro si erge infatti a vaccino culturale per difenderci dall’ondata di manipolazioni, falsificazioni e dati incerti che hanno preso il sopravvento in questo periodo, soprattutto quando il giornalismo da un campo sanitario e politico si cimentava in quello scientifico.

Infodemia, una pandemia di dati

La pandemia da Coronavirus è stata accompagnata da una collaterale infodemia, cioè pandemia di dati. Le vicende dell’ultimo anno sono le più raccontate di sempre, c’è un vero e proprio bombardamento informativo. Da questa problematica nasce la volontà di creare “un libro di buona filosofia che fornisca gli strumenti per capire la realtà”. L’esigenza è quella di raccontare la pandemia per “uscirne dal punto di vista intellettuale”, cioè di fornire delle metodologie che possano districarci nell’enorme mole di dati. Il sistema della comunicazione e della gestione dei dati è infatti complesso e ogni giornalista culturale dovrebbe conoscere questi strumenti.
Il termine infodemia nasce venti anni fa durante il periodo della SARS, in cui ha iniziato a profilarsi l’incapacità di comprendere il metodo scientifico e che ha portato a dibattiti rivelatisi completamente inutili. Massarenti si è sempre schierato per far sì che a parlare fossero gli esperti di quel determinato settore. Ad esempio quando si parla del caso Di Bella, su una cura alternativa per il cancro, è inaccettabile che ci si pronunci in termini giornalistici quali “è la vittoria del romanticismo sull’illuminismo”: non si può idealizzare la questione ed ergere lo scopritore allo status di eroe.

La cooperazione scientifica

Questo libro parla anche di scienze cognitive, che mettono in luce quanto siamo fragili e quanto basta poco per essere ingannati. Spesso il cliché vede lo scienziato “genio” esprimere opinioni che in tanti contrariano. A supportare il tutto sono i bias della mente umana, che tende a credere solo ad informazioni che fortificano i pregiudizi insiti in sé. Lo scienziato rischia quindi di ritrovarsi solo, come una specie di Galilei.
Eppure oggi il modello di scienziato solitario non esiste più. Non sono più i tempi dei geni come Platone, Pitagora, Archimede che erano fondamentali. Da Bacone in poi, nella Nuova Atlantide, nasce l’idea di collaborazione delle migliori menti. Ed è proprio grazie all’unione della comunità scientifica mondiale che si sono ottenuti i quattro vaccini che ora abbiamo per il Coronavirus.

L’importanza di una scelta razionale

Si è discusso quindi di vaccini. In Italia le vaccinazioni non sono obbligatorie e questo è stato deciso pensando al fatto che i no-vax, per quanto tenaci, non creano troppi danni. Infatti negli ultimi mesi gli italiani si vogliono vaccinare, però i vari dubbi non sono di aiuto. Secondo Massarenti un caso su un milione (di cui va verificato il rapporto causa-effetto) non può bloccare una campagna vaccinale delicatissima e che deve giungere ad un’elevata percentuale di persone. Se bisogna raggiungere la copertura dell’80% della popolazione, non si possono avere continue revisioni sul piano delle decisioni. Tra l’altro le decisioni devono essere prese secondo un metodo razionale in modo tale da “conoscere per deliberare”, come diceva Einaudi. Se c’è un vaccino che ha già superato le prove di efficacia e sicurezza, non si capisce perché il Comitato Tecnico Scientifico debba fingere di cambiare la possibilità di utilizzarlo e consigliare la formulazione eterologa. Prendere una decisione razionale significa basarla su dei dati: di Astra Zeneca si hanno, della somministrazione eterologa no, ma ciò non significa che non vada bene. Lo stesso Mario Draghi ha optato per questa decisione, anche per un discorso di dimostrare fiducia al Comitato Tecnico Scientifico.

La scienza non è dispensatrice di certezze

L’essere umano non riesce a vivere nell’incertezza, soprattutto se per un periodo abbastanza lungo. Quando gli scienziati ci hanno proposto un modo incerto ci è sembrato ancora più un’offesa. La scienza viene criticata perché non riesce a spiegarci tutto con certezza, ma le dimostrazioni esatte esistono solo in matematica.
“La scienza non è dispensatrice di certezze, ma è la quintessenza del sapere di non sapere”. Il lavoro dello scienziato si basa infatti su uno scetticismo costruttivo fatto di dubbi, confronti e continue revisioni. Quello della scienza è un ambito molto controllato in cui le teorie sussistono fino a prova contraria.

Un libro come vaccino mentale

Il libro si erge a vaccino mentale per fare sviluppare in chi lo legge un pensiero critico, ridefinito attraverso varie discipline, che ci protegge dai bias. Per realizzarlo Armando Massarenti ha collaborato con Antonietta Mira. Inizialmente lei lo ha contattato perché stava lavorando assieme a centri internazionali ad modello previsionale di diffusione epidemiologica. A Massarenti piaceva l’idea e voleva seguirne l’evoluzione per usarla come un generatore di notizie corrette. Siccome la raccolta dati eseguita da Antonietta Mira non le permetteva di proseguire nella creazione del modello, l’idea è quindi stata quella di un libro sulla scienza dei dati. Un libro che mostrasse come si deve comporta uno scienziato, cioè come dovrebbero essere i dati affinché il lavoro funzioni. È nata quindi una collaborazione in cui Massarenti ha insufflato della filosofia dentro i ragionamenti di Antonietta Mari sui dati.

Gestire l’incertezza

Questo periodo è stato particolarmente ricco di incertezze. Bertrand Russell dice: “Se c’è un compito della filosofia è quello di affrontare l’incertezza senza costringerci all’immobilità totale”.
Armando Massarenti ha ricevuto il premio italo-americano “Amerigo” per la libertà della paura, perché il suo contributo nel gestire le paure irrazionali è stato fondamentale.
Per gestire l’incertezza e la paura che ne consegue, ci sono degli strumenti favolosi come il calcolo delle probabilità nato da Pascal. Spesso infatti le persone hanno paura di eventi catastrofici senza tener conto alle probabilità che questi avvengano.
L’incertezza implica anche il continuo cambiare idea. Quest’anno più che mai è necessario essere indulgenti con chi ha cambiato idea, anche se spesso questa azione non è ben vista. Eppure esiste un teorema per cambiare idea, che è quello di Bayes che insegna a prendere in mano l’evidenza: si fa un’ipotesi e mano a mano che si conoscono le evidenze si rivaluta la sua correttezza.
Tempo fa è uscito un tweet che diceva: “Conoscere il teorema di Bayes è diventata una questione di vita di morte”. Nel libro c’è un capitolo dedicato al cambiare idea sull’immunità di gregge, che è ciò che è successo in Inghilterra ma sempre sulla base dei dati. Insito nel libro vi è anche un intento pedagogico nella speranza che anche la scuola accolga sempre di più dei metodi per capire come si catturano i dati e come prendersene cura.

 

 

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