Andrea Cupparoni | Fano – Passaggi Festival https://2021.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Sat, 26 Jun 2021 12:16:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8 https://2021.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Andrea Cupparoni | Fano – Passaggi Festival https://2021.passaggifestival.it/ 32 32 Marco Politi e l’importanza di Papa Francesco nel periodo della pandemia https://2021.passaggifestival.it/marco-politi-francesco-la-peste-la-rinascita/ Sat, 26 Jun 2021 12:16:51 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82835 Per incominciare al meglio l’ottava e ultima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, Marco Politi, grande esperto della questione vaticana a livello internazionale, ha presentato il libro “Francesco. La peste. La rinascita” edito da Laterza. L’autore ha conversato con Liliana Cavani, regista, e Alessandra Longo, giornalista. Il […]

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Marco Politi Passaggi Festival 2021

Per incominciare al meglio l’ottava e ultima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, Marco Politi, grande esperto della questione vaticana a livello internazionale, ha presentato il libro “Francesco. La peste. La rinascita” edito da Laterza. L’autore ha conversato con Liliana Cavani, regista, e Alessandra Longo, giornalista.

Il Papa, figura centrale in un periodo di crisi

Come dice Liliana Cavani, “I personaggi sono come le stelle comete”. In particolar modo all’interno di un periodo molto difficile da affrontare, la figura della Chiesa è fondamentale. Troppo spesso sino a quel momento all’interno della Chiesa aveva prevalso nel bene e nel male la struttura sugli uomini. Tuttavia ci sono stati diversi Papi che si sono comportati coraggiosamente, da uomini veri, come Papa Giovanni XXIII. La religione costituisce il ponte tra gli uomini e qualcosa che gli uomini non possono toccare.

La verità e la solidarietà prima di tutto

Il 27 marzo 2020 Papa Francesco si trova solo, con la piazza del Vaticano deserta, in una giornata di pioggia battente, in preda alla sofferenza legata all’impossibilità di trovare risposte ai problemi sorti da una tempesta assai violenta come la pandemia. La Chiesa dopo tantissimi anni non è più al centro della peste. Papa Francesco non si vergogna mai di dire la verità in merito a questa crisi. In seguito al silenzio della Chiesa e al nostro silenzio, il Papa torna in scena per mostrare la nudità della situazione in una piazza vuota, non con un discorso ex catedra, dicendo che è il giorno del giudizio nostro e non di Dio e che tutti devono aiutarsi per salvarsi. Non è possibile salvarsi da soli senza gli altri; tutto deve partire da una ricostruzione e da una rigenerazione.

Tutti gli uomini sono uguali

Nel silenzio del Papa ci sono parole di sostanza umana. Si cerca di capire la fratellanza tra tutti. La piazza è deserta, ma è come se fosse piena. Il mondo è molto più ricco delle percezioni. Tutti gli uomini sono della stessa sostanza. Le persone possono essere dominate dalla bontà o dalla cattiveria, due modi opposti per affrontare la pandemia, dalla quale possono uscire peggiorati o migliorati. Ormai è difficile vivere secondo uguaglianza e fratellanza. Ma in ogni vita anche disgraziata, c’è una scintilla positiva. Cristiano è chi vive nella realtà il comandamento di amore e si prende cura del prossimo come di sé. Ultimamente nella storia si è visto troppo odio, e troppe sono state le menzogne. L’ignoranza è portatrice di disgrazie.

L’importanza del dialogo

Papa Francesco è aperto sempre al dialogo e alla discussione riguardo ogni tematica; rigetta la violenza e l’aggressività come strumenti per contestare idee diverse dalle proprie. La libertà di parola e di espressione deve stare alla base di tutto, e il rispetto per le opinioni diverse non deve mai mancare, anche se si è contrari riguardo un certo punto di vista. Per esempio il Papa sulla questione dell’omofobia, pur essendo la Chiesa contraria a questo tema, riconosce la libertà alle persone omosessuali di poter vivere in famiglia. Il Papa crede sempre in un percorso di evoluzione della Chiesa, pur non avendo sempre la maggioranza dalla sua parte. Secondo Papa Francesco “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprezzarla”.

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Piero Pelù e una vita dedicata alla musica https://2021.passaggifestival.it/piero-pelu-spacca-infinito-il-romanzo-una-vita/ Sat, 26 Jun 2021 10:24:07 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82821 A far cominciare l’ottava e ultima serata di Passaggi Festival nel Pincio, per la Rassegna “Fuori Passaggi Music & Social”, è Piero Pelù, cantautore e cofondatore dei Litfiba. Piero Pelù ha presentato il libro “Spacca l’infinito. Il romanzo di una vita” edito da Giunti e ha conversato con Luca Valentini, dj e critico letterario. Nessuno […]

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Piero Pelù Passaggi Festival 2021

A far cominciare l’ottava e ultima serata di Passaggi Festival nel Pincio, per la Rassegna “Fuori Passaggi Music & Social”, è Piero Pelù, cantautore e cofondatore dei Litfiba. Piero Pelù ha presentato il libro “Spacca l’infinito. Il romanzo di una vita” edito da Giunti e ha conversato con Luca Valentini, dj e critico letterario.

Nessuno deve avere terrore per la paura

Piero Pelù esordisce dicendo che la cornice della nostra vita non la possiamo scegliere noi, ma noi possiamo decidere cosa inserire dentro la nostra vita. La paura è un fenomeno del quale nessuno deve avere paura. Tutti gli esseri umani sono cresciuti anche attraverso la paura, ma grazie alla solidarietà e all’unione sono riusciti a superare le difficoltà: questo è il senso di appartenenza al genere umano. Non ci devono essere gerarchie e divisioni in merito alle classi sociali o al colore della pelle. Il fatto che nella realtà ogni individuo è diverso dagli altri è assolutamente positivo. Se viene a mancare il senso di appartenenza al genere umano, allora lì nascono e crescono la paura e l’isolamento. Avere paura è umano. Piero Pelù ha sempre avuto tensione e paura di non fare un bel concerto o di non improvvisare bene.

Il mistero e le novità

Anche il mistero è fondamentale per l’uomo; è un qualcosa di oscuro e imprevedibile, ma al tempo stesso contiene in sé diverse sorprese. I suoi concerti non sono mai uguali tra loro, e neanche simili. Non è il concerto standard a creare stupore e a far ottenere successo, ma il fatto che ogni concerto sia unico e irripetibile. Sono i nuovi effetti e i nuovi suoni a far arrivare la fantasia umana in zone del tutto insondate. Il rovesciamento dei nastri da parte dei Beatles in alcune canzoni rappresenta una novità assoluta. Il loro album Yellow Submarine contiene una tecnica incredibile, oltre a una ricchezza infinita di suoni; in questo album addirittura la prima opera di animazione interagisce con le immagini e le fotografie girate in pellicola.

Banana Moon e la scoperta di una nuova musica

In famiglia Piero Pelù era amato ma non esaltato, e questo è un bene. Infatti il rapporto tra genitori e figli si deve fondare sempre sul supporto, ma non sull’eterna difesa e protezione. Così ha avuto la possibilità di frequentare il locale Banana Moon a Firenze e di conoscere personaggi importanti della musica, sia locali che nazionali. Ha dovuto tranquillizzare la madre in seguito alla pubblicazione su La Nazione di un articolo che denunciava il locale per fumo e filtri, ma lui andava in quel posto esclusivamente per conoscere la musica nuova.

I gruppi e le band che hanno fatto la storia

Nel corso della vita, in particolar modo nel periodo vissuto a Londra, Piero Pelù scopre tantissime band importanti che creano un nuovo sound e nuovo stile, dai Beatles ai Queen, dai Pink Floyd ai Rolling Stones. Ha assistito anche alla nascita di un nuovo genere musicale, il punk, e alla sua diffusione. Sicuramente il gruppo più importante per la sua formazione e per l’avvicinamento al genere rock è quello dei Sex Pistols. Ha creato numerose playlist con i brani degli anni Settanta che hanno fatto la storia. Riguardo al tema del provvisorio e dell’infinito, Piero Pelù ritiene che anche l’infinito è provvisorio.

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Il rapimento di Carlo Saronio, un fatto storico e tragico riportato da Mario Calabresi https://2021.passaggifestival.it/mario-calabresi-quello-che-non-ti-dicono/ Fri, 25 Jun 2021 11:44:58 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82758 A concludere la settima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, c’è Mario Calabresi, giornalista e scrittore, che è stato anche direttore del quotidiano La Repubblica. Mario Calabresi presenta il libro “Quello che non ti dicono” edito da Mondadori, intervistato da Piero Alessandro Corsini, responsabile Rai 5 della […]

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Mario Calabresi Passaggi Festival 2021

A concludere la settima serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”, c’è Mario Calabresi, giornalista e scrittore, che è stato anche direttore del quotidiano La Repubblica. Mario Calabresi presenta il libro “Quello che non ti dicono” edito da Mondadori, intervistato da Piero Alessandro Corsini, responsabile Rai 5 della Direzione Rai Cultura.

Un nuovo libro, nato per caso

A differenza di tutti gli altri libri, alla cui base si trovavano idee coltivate, pezzi, appunti, ritagli, frasi, tutti conservati in una cartellina, “Quello che non ti dicono” nasce dalla necessità, non sua, di raccontare attraverso un fatto il terrorismo degli anni Settanta, argomento di notevole importanza quasi mai affrontato nelle scuole. Il libro non nasce da un pensiero né da una ricerca, ma per caso e all’improvviso. L’autore ha scritto il libro in modo apparentemente semplice, ma ogni singola parola non è superflua ma ha il suo peso.

Il rapimento di Carlo Saronio, un fatto tragico

Da pochi anni è su Facebook per raccontare storie e dialogare in tono civile senza mai ricevere insulti. A un certo momento viene avvisato direttamente dall’Algeria da un frate, Padre Piero, il quale gli spiega che suo zio, Carlo Saronio, è stato vittima di terrorismo di un gruppo di estrema sinistra, essendo stato rapito e ucciso a Milano a soli 26 anni, nel 1975. Padre Piero gli chiede così di scrivere un libro. La figlia Marta non ha mai conosciuto il padre, essendo nata il 24 dicembre del 1975; Marta vorrebbe più informazioni su quanto accaduto a Carlo Saronio, ma non ha la forza di fare domande a nessuno. Un fattore che spinge Mario Calabresi a scrivere è rappresentato dagli stessi eventi capitati alla sua famiglia, dato che suo padre Luigi era morto nell’aprile 1972 e il fratello Luigi è nato a dicembre dello stesso anno.

“Quello che non ti dicono deve essere ricercato”

Poco prima della pandemia l’autore ha presentato un libro in un teatro di Lodi e l’ultima persona ad andarsene è stata proprio Marta. Lui non la riconosce subito, ma attraverso il pensiero di Padre Piero che gli torna in mente. Da lì inizia il racconto della storia di Carlo, tramite la ricerca di articoli, documenti, foto, lettere che ne testimoniano la vita. La Milano degli anni Settanta, gli anni di piombo, è dominata dal terrorismo di Destra e di Sinistra, dai rapimenti e dalle uccisioni. Carlo si vergognava della ricchezza e del benessere della sua famiglia, e si avvicinò al mondo popolare e al gruppo politico del Potere Operaio, dal quale fuoriuscì il gruppo del Fronte Armato Rivoluzionario Operaio che lo rapì. Il padre di Carlo aveva fabbricato armi e gas per i fascisti e aveva pure scattato una foto con il duce. La madre di Marta non le ha mai raccontato l’accaduto perché, secondo lei, sono fatti che non si devono dire e devono restare nascosti. Secondo Padre Piero, invece, “Quello che non ti dicono va cercato”. Proprio da qui è nato il titolo.

Gli anni Settanta, un periodo da non dimenticare

Gli anni Settanta si presentano come un mosaico bizantino, privi di alcune verità, nonostante la discreta conoscenza in generale. Il Novecento e gli anni Settanta sono periodi che non possono essere tralasciati; di questi tempi recenti bisogna essere a conoscenza della verità di tutti i fatti e non si devono dimenticare le vittime. Le scuole, in particolar modo, devono accantonare una parte della storia antica, perché è necessario che tutti comprendano questo periodo, che non rappresenta una fase secondaria di passaggio, ma l’origine delle ultime generazioni.

“Prima di ogni altra cosa, è fondamentale ricercare e scoprire la verità di tutti i fatti accaduti, per poter essere al corrente della storia moderna e contemporanea e capire la propria origine”.

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Indro Montanelli e le regole del giornalismo raccontati da Beppe Severgnini https://2021.passaggifestival.it/beppe-severgnini-il-lungo-secolo-indro-montanelli/ Fri, 25 Jun 2021 09:32:10 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82703 In Piazza XX Settembre, nella settima serata della IX edizione di Passaggi Festival, per la Rassegna “Libri In Piazza”, è toccato a Beppe Severgnini, editorialista, vicedirettore del Corriere della Sera, conduttore di numerosi programmi e autore di diversi libri, presentare il suo ultimo libro “Il secolo lungo di Montanelli” edito da Solferino, condiviso con altri […]

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Beppe Severgnini Passaggi Festival 2021

In Piazza XX Settembre, nella settima serata della IX edizione di Passaggi Festival, per la Rassegna “Libri In Piazza”, è toccato a Beppe Severgnini, editorialista, vicedirettore del Corriere della Sera, conduttore di numerosi programmi e autore di diversi libri, presentare il suo ultimo libro “Il secolo lungo di Montanelli” edito da Solferino, condiviso con altri scrittori. L’autore ha conversato con Alessandra Longo, giornalista.

Indro Montanelli, figura fondamentale per il giornalismo italiano

Lo scopo principale di quest’opera collettiva è riassumere il personaggio e la storia del giornalismo, inquadrando meglio i risvolti umani meno conosciuti di Indro Montanelli, morto 20 anni fa a Milano. Indro Montanelli era un uomo che aveva opinioni politiche discordanti con la maggioranza e si trovava quasi sempre dalla parte dell’opposizione. Beppe Severgnini si occupa di raccontare la sua scrittura negli ultimi 20 anni di vita, prima a Il Giornale e in seguito al Corriere della Sera. Indro Montanelli possedeva grande maestria e un talento eccezionale nel descrivere le persone e nel raccontare le situazioni. L’autore si è sempre sentito debitore verso Montanelli, il quale è stato determinante per la sua carriera.

Non l’erede, ma semplicemente un allievo

Il primo incontro tra Indro e l’autore del libro si è svolto a Milano dopo una terribile pioggia e si è concluso con Indro che lo porta nella sua redazione. Inizialmente non è convinto dall’idea di scrivere notizie locali, e quindi preferisce tornare al suo mestiere, ossia il notaio. Tuttavia poco tempo dopo Montanelli gli propone di andare a Londra come corrispondente, lavoro svolto per 27 anni. Beppe Severgnini non si è mai dichiarato erede di Indro Montanelli, dato che erede per lui è una parola sbagliata e pericolosa dopo aver preso nota che troppa gente spesso si accapiglia per l’eredità. D’altra parte si considera semplicemente un suo allievo e un suo ammiratore.

Un errore non può cancellare la memoria di un uomo

La statua di Montanelli è stata imbrattata da alcune persone per un suo piccolo errore, ovvero il fatto di sposare una bambina quando era un militante del fascismo, ma era una prassi il fatto che i giovani ufficiali dovevano avere per spose le ragazze giovani. Ma a prescindere dal fatto in sé, è un atto vandalico e insensato distruggere un monumento dedicato a un uomo che ha fatto parte della storia, perché un errore non può distruggere la memoria di un persona e segnare la sua storia, come spesso avviene in America. A dire la verità Indro Montanelli non amava neanche le statue perché i piccioni facevano proprio lì i loro bisogni.

Il Giornale, strumento di protezione dal Comunismo

Indro è stato militante del fascismo sino al 1937, quando poi decide di abbandonare tutto a causa di una retorica sbagliata. Così in seguito decide di fondare Il Giornale per respingere il pericolo del Comunismo. In un primo tempo era stato attratto dal Comunismo, ma nel momento in cui scoppiano le Rivoluzioni in tutto il mondo orientale e cresce la pericolosità dei partiti comunisti, decide appunto di proteggersi attraverso Il Giornale. Montanelli teneva con sé sempre una statua di Stalin perché lo stesso capo del Comunismo sovietico ha fatto fuori tanti comunisti.

La pericolosità della Destra

In seguito, per la pericolosità della destra, e in particolar modo di Silvio Berlusconi, e per il fatto che l’editore de Il Giornale non fosse più imparziale, ma facesse parte di uno schieramento politico, ha indotto Montanelli a lasciare quel quotidiano e a fondarne uno nuovo, La Voce, non volendo più essere obbligato a scrivere articoli dettati dall’editore. Questo fatto rappresenta una mossa di protezione dalla Destra. Infatti Indro era un uomo di Destra, ma di una Destra liberale e non rivoluzionaria.

La libertà di parola alla base della scrittura

Secondo Beppe Severgnini, è essenziale lavorare per un giornale dove l’editore permette ogni singola opinione e tollera il dissenso tra le idee, perché la libertà di espressione deve essere alla base della scrittura. Per lo scrittore la vanità non è sempre un male; anzi, “la vanità buona è il carburante del lavoro con il passare degli anni”. L’aspirante scrittore per scrivere deve avere sempre qualcosa da dire, e lo deve dire senza problemi e in poche parole, senza la necessità di dover ripetere tutto. Bisogna esprimersi sulla carta nel modo migliore possibile, perché la precisione è fondamentale; le parole devono essere poche ma pregnanti di significato e giuste. Scrivere in modo chiaro, avvincente e interessante è fondamentale per poter convincere i lettori. E soprattutto è un dovere scrivere solo in italiano, senza dialetti e termini inglesi e francesi.

“La capacità di scrittura, di intuizione, di convinzione sono fondamentali per il giornalista. Pur avendo ognuno idee proprie, è doveroso rispettare anche quelle altrui. Se aggiri un giornale senza calpestarlo, lo rispetti”.

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Roberto Vecchioni: la vita come continua ricerca e invenzione https://2021.passaggifestival.it/roberto-vecchioni-lezioni-volo-e-atterraggio/ Thu, 24 Jun 2021 09:51:04 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82573 Nella sesta giornata della IX edizione di Passaggi Festival, in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”,  Roberto Vecchioni, professore e scrittore, vincitore del Festival di Sanremo 2011 e di tanti altri premi, ma soprattutto il padre storico della canzone d’autore, ha presentato il libro “Lezioni di volo e di atterraggio”, edito da […]

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Roberto Vecchioni Passaggi Festival 2021

Nella sesta giornata della IX edizione di Passaggi Festival, in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”Roberto Vecchioni, professore e scrittore, vincitore del Festival di Sanremo 2011 e di tanti altri premi, ma soprattutto il padre storico della canzone d’autore, ha presentato il libro “Lezioni di volo e di atterraggio”, edito da Einaudi, conversando con Simonetta Fiori, giornalista de La Repubblica. Roberto Vecchioni ha ricevuto il Premio Passaggi Festival 2021 dal sindaco di Fano Massimo Seri e dal presidente di Passaggi Festival, Cesare Carnaroli.

Ricerca, scoperta e invenzione, le basi della vita

Roberto Vecchioni ha risentito tanto dell’assenza del pubblico per un anno, perché negli incontri con un pubblico molto ampio può trasmettere quello che gli è sempre piaciuto nell’arco di tutta la sua vita, un certo spiritello, ovvero l’amore per la vita, le parole e la cultura, intesa quest’ultima come semplice divertimento per definizione e ricerca; è importante tirare fuori da sé e dagli altri tutti i sentimenti e le emozioni nascosti. “Nessuno deve credere di essere giunto al traguardo, perché tutti devono sempre seguire una via, anche quando si pensa di aver completato il ciclo”. Dobbiamo ricercare e innamorarci di tutto quello che troviamo e scopriamo. Nella vita e nella ricerca è necessario distinguere le scoperte, come la ruota e il vaccino, dalle vere invenzioni umane, come l’arte, la scrittura, la musica, e soprattutto la parola.

La parola, la vera invenzione dell’uomo

La parola è l’invenzione umana per eccellenza, è una concentrazione perfetta tra sentimento e ragione, è una costruzione sublime. Albert Einstein ritiene che il compito più difficile tra tutti sia scoprire la nascita della parola. La parola non deriva mai dal caso, come i suoni e i rumori. Le parole offrono a tutti gli individui la possibilità di girare il mondo, capovolgere il destino di ciascuno, modificare ogni singola situazione. La libertà di parola è un diritto che deve essere assegnato a tutti, specialmente ai ragazzi.

Al di là dei giudizi, un nuovo modo di insegnare

I suoi insegnamenti a scuola hanno lo scopo di liberare i ragazzi dagli schemi classici e tradizionali; i voti non rappresentano la storia della scuola. Se l’Italia da una parte ha la scuola peggiore per il trattamento degli edifici, dall’altra ha i migliori insegnanti del mondo in assoluto, per il fatto che sanno insegnare, conoscono perfettamente tutti i ragazzi, conoscono le particolarità di ogni singola persona e prima di giudicare e valutare vogliono vedere lo sforzo e la volontà di imparare e conoscere da parte dei ragazzi. La voglia di diventare professore è nata dall’idea di far comprendere a tutti la bellezza del mondo e dell’Italia. Ma alla base della cultura e della comunicazione non devono mai mancare la libertà e la speranza.

La tragedia greca, fonte di speranze cieche contro la morte

La tragedia greca di Eschilo, Sofocle ed Euripide ha avuto la fortuna di essere stata alla base di ogni letteratura europea, che ne ha ripreso trame, temi e contenuti; particolarmente interessante è la tragedia di Eschilo “Prometeo incatenato”, nella quale Prometeo ha donato agli uomini l’arte, intesa sia come arte che come tecnica, per differenziare loro dagli animali. Verso la fine della tragedia è importante una frase di Prometeo al Corifeo, che rappresenta il pensiero popolare: “Io ho tolto agli uomini la paura della morte e ho messo nei loro cuori speranze cieche”. Così grazie all’arte e alle cose belle della vita all’uomo sfugge e sfuggirà la situazione tremenda della morte. Le canzoni non hanno tempo, sono e rimangono quelle. Le opere d’arte raffigurano personaggi e situazioni immortali perciò non hanno tempo. La tragedia greca, e più in generale la cultura greca e latina, riportano le verità del mondo.

Il dualismo e un’eterna guerra tra gli opposti alla base del mondo

Roberto Vecchioni evidenzia anche il fatto che alla base del mondo e della realtà si trovi il dualismo. Infatti l’universo è doppio, si crea come costruzione di opposti, ogni persona è invasa da un pensiero e da sentimenti contrari tra loro, e questo aspetto si trova in tutti gli individui. In ogni persona sorge un’eterna “guerra civile” tra gli opposti; in qualcuno c’è la predominanza di un aspetto sull’altro e qualcun altro trova un equilibrio tra i vari pensieri e sentimenti. Ognuno deve ricercare la felicità e armonizzarsi, e per questo deve vincere a tutti i costi sul proprio destino e prendere decisioni. L’autore vede in sé sempre la duplicità e il senso di incertezza su tutto; per lui ci sono sempre due mentalità in contrasto per sempre.

La democrazia, simbolo del rispetto per ogni pensiero

La Grecia è stata fondamentale per la storia, perché ha segnato l’inizio della forma di governo per eccellenza, la democrazia, nella quale è il popolo che decide e dà l’ultima parola. Secondo Tucidide, “La democrazia non è data dalla maggioranza, ma dall’accettazione del dissenso e del contrasto tra le idee”. La democrazia, dando voce a tutte le opposizioni, è garante della libertà di parola. Non esiste una sola idea dominante, ma ce ne sono tante, diverse, in contrasto tra loro, ma tutte espresse in pubblico.

Insegnante e cantautore, due lavori differenti ma con una base comune

L’insegnante e il cantautore sono sempre stati i due obiettivi principali di Roberto Vecchioni. Insegnare è un compito assai difficile, dal momento che l’insegnante non deve essere autoritario, ma autorevole, e non deve rappresentare se stesso, ma lo Stato, e deve naturalmente essere imparziale; d’altra parte ognuno deve avere un proprio metodo di insegnamento. Diventare cantante è semplice, ma è difficile trovare un proprio punto di forza originale. I grandi geni della musica classica, come Fabrizio De André, Franco Battiato, Lucio Dalla e Francesco De Gregori, hanno formato le loro canzoni su un nuovo linguaggio e su nuove tematiche. Invece la musica di questi tempi non presenta innovazioni e si basa sulla ripetitività di parole e temi. Ma anche il mondo della musica è una struttura in continua evoluzione, fatta di generazioni in perenne contrasto tra di loro, e quindi è giusto che ogni cantante, essendo professionista, passi al pubblico le sue idee e le sue emozioni.

“Ognuno deve sentirsi libero di passare al proprio pubblico le proprie emozioni e i propri sentimenti, ma soprattutto l’amore per la vita e per le parole”.

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Annalisa Cuzzocrea e l’importanza dei bambini all’interno della società https://2021.passaggifestival.it/annalisa-cuzzocrea-che-fine-hanno-fatto-i-bambini/ Wed, 23 Jun 2021 08:57:52 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82465   A far incominciare al meglio la quinta serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”,  Annalisa Cuzzocrea, importante giornalista politica de La Repubblica e mamma di due figli, Carlo e Chiara. Annalisa Cuzzocrea ha presentato il libro “Che fine hanno fatto i bambini”, edito da Piemme, e ha […]

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A far incominciare al meglio la quinta serata di Passaggi Festival in Piazza XX Settembre, per la Rassegna “Libri In Piazza”Annalisa Cuzzocrea, importante giornalista politica de La Repubblica e mamma di due figli, Carlo e Chiara. Annalisa Cuzzocrea ha presentato il libro “Che fine hanno fatto i bambini”, edito da Piemme, e ha conversato con Stefano Corradino, giornalista di cronaca di Rai News 24.

L’indifferenza verso i bambini e i ragazzi

Il libro si presenta come un’inchiesta sulle ragioni dell’indifferenza generale del governo e della politica verso i bambini e i ragazzi durante il periodo del Covid-19 e non solo, attraverso numerosi dialoghi con psicologi e scrittori. L’immagine sulla copertina che mostra un bambino con il megafono è il simbolo che la pandemia era considerata una tragedia solo per gli anziani e che i bambini e gli adolescenti non erano mai stati al centro dell’attenzione del dibattito politico. Ci sono voluti mesi per capire le pesanti conseguenze per bambini e ragazzi in seguito alla chiusura delle scuole e all’isolamento nelle case. L’idea di proteggere i bambini rinchiudendoli in casa si è rivelata tragica e sbagliata.

L’importanza di comprendere le differenze tra le famiglie

Secondo Annalisa Cuzzocrea, mettere in contrapposizione i diritti di anziani e giovani non ha senso, per due motivi: i diritti sono uguali per tutti e la tragedia del Covid-19  ha riguardato allo stesso modo entrambe le generazioni. Il governo durante questo periodo ha affrontato tutte le tematiche, eccetto le scuole e i bambini, sostenendo che essi stanno bene in casa con i genitori, ma non capendo le situazioni problematiche presenti in diverse famiglie. Negli altri Stati d’Europa, soprattutto nel Nord, ogni governo affronta queste questioni con molta attenzione. In Italia queste tematiche sono sempre state affidate alle famiglie. Se a Fano, e in generale nel Centro-Nord si lavora alla ricerca di spazi per bambini e adolescenti, purtroppo non è così a Napoli e nel Sud Italia.

Una situazione molto delicata

Nei quartieri spagnoli della città partenopea non esistono mense e biblioteche, così i bambini sono costretti a lasciare gli studi, e soprattutto non c’è nessuno che li protegge. Ci si chiede com’è possibile proteggere i ragazzi abbandonati dalle famiglie. Purtroppo questa situazione non è mai stata presa in considerazione da un sistema politico che accolla ai genitori tutta la responsabilità e che guarda esclusivamente alla parte produttiva della popolazione. Non è normale togliere l’amicizia e il contatto tra i ragazzi. I giovani chiedono di essere protetti e difesi come gli anziani e vogliono scuole e trasporti sicuri. Dato che molti bambini non svolgono la didattica a distanza o la svolgono con enormi difficoltà e si perdono, hanno deciso di riunirsi nelle strade e nelle piazze, sempre con numerosi controlli per salvaguardare la salute, per stare insieme e non perdersi con la scuola.

L’importanza del rapporto tra genitori e figli

Particolarmente importante è la situazione di Luca, ragazzo di 13 anni di Torino, i cui genitori sono ricoverati in ospedale per il Covid-19. Si trova a vivere in casa con il fratello, ma gli amici chiedono aiuto ai loro genitori per portarlo in ospedale e fargli vedere i suoi genitori. L’unico lato positivo di questa pandemia si vede nel rapporto saldo ricreatosi tra genitori e figli. Su questo punto un artista americano sostiene che in Italia diverse generazioni stanno insieme, a differenza della California.

I bambini devono ricevere i diritti e la cittadinanza

Nessuno ha mai aperto in politica un dibattito sul rapporto tra la pandemia e gli adolescenti. Infatti nessuno dei politici è a conoscenza del fatto che i bambini non sono tutti uguali tra loro: bisogna scoprire le loro diversità. Non solo è un bene, ma è un dovere riconoscere ai bambini i loro diritti e farli crescere integralmente in un paese normale dove alla base ci sono ideologie sbagliate. Quasi un milione di bambini non possiede la cittadinanza italiana: non deve essere un premio ma una condizione necessaria dare a tutti i bambini la cittadinanza. La burocrazia crea soltanto le discriminazioni. La politica non ha il coraggio di portare avanti la legge Ius Soli a causa di un’ideologia del tutto infondata. La realtà è troppo forte per essere messa in secondo piano dalle ideologie. Pertanto è necessario identificare lo sbaglio e chiedere alla politica di rimediare al più presto.

“Non dare i diritti ai bambini genera povertà, e di conseguenza il Paese non migliora. Il desiderio è che a tutti i bambini siano dati i loro diritti e che si crei un posto migliore dove tutti possano vivere bene”. 

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Enrico Tosi e la storia del Carnevale di Fano, l’evento più importante e più antico della città https://2021.passaggifestival.it/enrico-tosi-il-carnevale-fano-storia-e-cronaca/ Tue, 22 Jun 2021 10:12:18 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82274 A Passaggi Festival per concludere la quarta serata in Piazza XX Settembre per la Rassegna “Libri In Piazza” c’é Enrico Tosi. L’autore ha presentato il libro “Il Carnevale di Fano. Storia e Cronaca” edito da Ente Carnevalesca, e ha conversato con Maria Flora Giammarioli, presidente dell’Ente Carnevalesca, Massimo Foghetti, giornalista del Corriere Adriatico e Francesco […]

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Enrico Tosi Passaggi Festival 2021

A Passaggi Festival per concludere la quarta serata in Piazza XX Settembre per la Rassegna “Libri In Piazza” c’é Enrico Tosi. L’autore ha presentato il libro “Il Carnevale di Fano. Storia e Cronaca” edito da Ente Carnevalesca, e ha conversato con Maria Flora Giammarioli, presidente dell’Ente Carnevalesca, Massimo Foghetti, giornalista del Corriere Adriatico e Francesco Boiani, dj e speaker del Carnevale. Originario di Salerno, ma con la famiglia paterna marchigiana, e docente di lettere, sin dalla gioventù ha mostrato particolare interesse per questa manifestazione culturale. Il libro è composto da due volumi: uno va dal 1347 a 1940 e l’altro parte dal 1943 e arriva sino a oggi. Sono presenti fotografie, articoli di giornale, documenti e poesie per rendere più completo il libro.

Dal 1347 a oggi: una storia lunghissima

Nato nel 1347 e proseguito sino a oggi, il Carnevale di Fano è uno dei carnevali più antichi d’Italia e sta compiendo i passi per diventare patrimonio dell’UNESCO. Ma dal XIV secolo al XXI secolo sono successi tantissimi fatti sulla società, sulla cultura e sull’economia della città e della zona. L’idea di narrare la storia del Carnevale di Fano, attraverso 15 anni di studio e ricerche, deriva dalla conservazione di alcuni “strumenti” musicali della carnevalesca e dalla necessità di riportare l’orgoglio tra i cittadini fanesi per l’antichità, il radicamento nella società e la continuità nel tempo di questa manifestazione. Secondo il professore Alberto Berardi, “Il Carnevale di Fano è una cosa seria“. Per far riemergere la passione, ormai quasi scomparsa, si punta sui giovani, tramite le scuole soprattutto, sulla creatività e sul lavoro. Questo evento deve assolutamente tornare al centro dell’attenzione regionale, come negli anni ’70, ’80 e ’90, e in seguito anche nazionale.

Il Manifesto dell’Ente Carnevalesca

Quest’anno rappresenta anche i 150 anni dalla fondazione dell’Ente Carnevalesca. Infatti nel 1871 è stato redatto il primo Manifesto dell’Ente Carnevalesca, il quale presenta le origini del Carnevale attuale. Il XVIII secolo rappresenta un periodo storico di enorme importanza, dal momento che nascono alcune basi fondamentali, come il getto dei dolciumi, l’introduzione delle maschere, i carri allegorici, i balli e la musica. Il getto rappresentava per le donne, e in particolar modo le zitelle, una possibilità di trasgressione verso il vescovo e il governatore; l’introduzione del lancio dei confetti era un modo per essere corteggiate dagli uomini, grazie anche all’utilizzo dei carri, il preludio dei carri allegorici. Il monsignor governatore aveva invece dato la possibilità a tutti di mascherarsi.

Da evento riservato a evento per tutti

Dal carattere elitario sino alla fine del Settecento, il Carnevale diventa un evento aperto a tutti i cittadini e anche agli abitanti delle altre zone di tutta l’Italia a partire dall’Ottocento. In un primo momento erano ancora in vigore le regole del buon ordine e della pulizia e il luogo principale era il teatro, le cui porte dei palchi restavano aperte per dare la possibilità ai signori deputati di parlare. In seguito queste regole sono decadute e dal teatro il Carnevale si è spostato presso luoghi all’aperto. Così questa manifestazione è diventata per tutti una possibilità di espressione libera senza limiti. Fondamentali sono stati gli interventi di Giacomo Torelli, Cesare Rossi e anche di Gioacchino Rossini, e importante è stata la qualità del lavoro dei carristi.

La competizione con Viareggio e Venezia

Il Carnevale di Fano ha dovuto sempre affrontare la competizione con il Carnevale di Viareggio, nato 150 anni fa, e quindi più recente. Il confronto vede sempre le due manifestazioni in parità, perché Viareggio domina per bellezza e maestosità, mentre Fano domina per l’antichità e per il getto. Questo duello si è addirittura trasformato in una lotta al Tribunale di Firenze, poiché un cronista fiorentino aveva accusato falsamente che la società fanese e i carristi si avvalevano degli scarti del Carnevale di Viareggio. Questa battaglia è stata nettamente vinta e l’accusa è stata ritratta; anzi, sono stati riconosciuti i meriti e le capacità al Carnevale di Fano, dal quale hanno preso spunto molti altri carnevali di diverse città italiane. Probabilmente Fano non è il Carnevale più antico in Italia, dal momento che a partire da un documento si viene a sapere Venezia è la città con il Carnevale più antico.

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Le Coliche: la diversità alla base di tutto https://2021.passaggifestival.it/coliche-come-mal-pancia-storia-vera-due-fratelli-sbaglio/ Mon, 21 Jun 2021 07:56:59 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=82056 In diretta dal Pincio per la Rassegna “Fuori Passaggi Music & Social” si presentano Le Coliche, con il loro primo libro “Come il mal di pancia. La storia vera di due fratelli per sbaglio”, edito da Mondadori Electa. In realtà dei due fratelli è presente solo Fabrizio Colica, intervistato dalla radio speaker Ivana Stjepanovic. Dai […]

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Le Coliche Passaggi Festival 2021

In diretta dal Pincio per la Rassegna “Fuori Passaggi Music & Social” si presentano Le Coliche, con il loro primo libro “Come il mal di pancia. La storia vera di due fratelli per sbaglio”, edito da Mondadori Electa. In realtà dei due fratelli è presente solo Fabrizio Colica, intervistato dalla radio speaker Ivana Stjepanovic.

Dai video al primo libro

I primi passi di Fabrizio e Claudio, due fratelli per sbaglio, nati vicini e cresciuti per caso, si vedono nei primi video e negli sketch, nei quali i due fratelli lavorano in un equilibrio perfetto e armonioso, ma d’altra parte dicono di tutto l’uno sull’altro, di meglio e di peggio. Sparlare e parlare bene alle spalle sono azioni all’ordine del giorno tra fratelli. Il fine di questo libro, che più che una biografia è una relazione sul rapporto tra fratelli, è raccontare la quotidianità tra i due fratelli, già raccontata negli sketch audiovisivi sui web e sulla televisione. Scrivere un libro per Le Coliche equivale a esprimersi ampiamente e personalmente con due punti di vista molto differenti tra loro su tematiche quotidiane vissute da tutti, come l’amore, la famiglia, i viaggi e il cibo. L’esperienza editoriale rappresenta un’occasione per raccontare di sé. La difficoltà maggiore è data dal fatto di non essere mai scontati. Per ogni argomento Fabrizio e Claudio offrono le proprie visioni, vere e sincere, in contrasto tra di loro, scrivendo ciascuno un capitolo per conto proprio in luoghi diversi (Fabrizio in treno durante i viaggi e Claudio nel gabinetto), senza alcun bisogno di interfacciarsi per confrontarsi.

Due punti di vista

Il capitolo più importante per Fabrizio è quello sull’amore. Ne offre una visione particolare e totalmente diversa da quella di Claudio, una volta affrontato il tema della sessualità e dopo aver fatto coming out; è un privilegio esprimere le proprie idee ed è brutto dover giustificare sempre i fatti. Per Claudio, invece, il capitolo fondamentale è rappresentato dal tema della famiglia, l’unico che vede i due punti di vista dei fratelli simili; entrambi ritengono che chiamare una persona per cognome per ricollegarla alla famiglia sia come il mal di pancia, ed è da qui che deriva il nome del libro. La tematica del cibo vede due scelte di vita simili ma per qualche aspetto differenti: Claudio è vegano e Fabrizio è vegetariano. Queste scelte derivano dall’idea di non vedere gli animali morti per causa propria; è un bene che questa idea si sia trasformata in moda e si sia espansa.

Contro i pregiudizi delle vecchie generazioni

Entrambi i fratelli fanno parte della nuova generazione degli “sdraiati” e hanno dovuto combattere tantissimo contro i genitori per convincerli che il computer è un mezzo fondamentale per la grafica e la comunicazione. Questo divario nelle aspettative tra le generazioni resta irriducibile. Pertanto Fabrizio e Claudio studiavano il computer di notte per capire i programmi di montaggio e gli effetti speciali. La pandemia, in un certo senso, è stata fondamentale per sviluppare il computer. Ogni video, sempre diverso dagli altri, racconta un pezzo della loro storia. Non bisogna mai giudicare le nuove generazioni e le nuove piattaforme, come Tik Tok e Instagram.

La diversità nelle idee, punto di forza

Non è stato assolutamente facile diventare famosi e ottenere successo, ma è il loro formato vincente che li ha fatti diventare famosi sui social e sulla televisione: l’idea di trattare temi universali appartenenti al genere umano, ma con schemi prefissati e diversi. Il distacco nelle opinioni e nella scrittura è fondamentale, così come essenziale è vedere i capitoli intrecciati  con i punti di vista diversi, illustrati anche dalle figure presenti nel libro che rappresentano proprio le divergenze de Le Coliche.

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Alessio Boni: “Nella vita essere pronti è tutto” https://2021.passaggifestival.it/alessio-boni-mordere-la-nebbia/ Sun, 20 Jun 2021 09:35:50 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=81882 A salire sul palco di Piazza XX Settembre, in occasione della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza” c’è Alessio Boni, famoso attore che ha ottenuto diversi titoli e ha compiuto diverse missioni umanitarie e campagne di solidarietà. L’autore presenta il libro “Mordere la nebbia” edito da Solferino, intervistato da Elisabetta Stefanelli, Capo Redattrice Cultura di […]

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Alessio Boni Passaggi Festival 2021

A salire sul palco di Piazza XX Settembre, in occasione della Rassegna di saggistica “Libri in Piazza” c’è Alessio Boni, famoso attore che ha ottenuto diversi titoli e ha compiuto diverse missioni umanitarie e campagne di solidarietà. L’autore presenta il libro “Mordere la nebbia” edito da Solferino, intervistato da Elisabetta Stefanelli, Capo Redattrice Cultura di ANSA.

Il significato e l’idea di “Mordere la nebbia”

“Mordere la nebbia” non è solo un’autobiografia, ma è anche un romanzo di formazione e una riflessione filosofica incentrata sulla realtà del mondo e sul senso dell’esistenza. L’idea di scrivere questo libro è partita da due fatti avvenuti nello stesso periodo: la pandemia, un dramma epocale, e la nascita del figlio, una gioia personale. Il titolo del libro nasce dal fatto che il figlio morde spesso le labbra inferiori. Questo fatto lo riporta al momento in cui aveva 15 anni e si trovava su una vespa, sotto un salice, e vedeva la nebbia, che provocava malinconia e frustrazione. Da qui sorge l’idea di un gesto di scoperta della realtà e del mondo: attraversare il ponte per scoprire che dall’altra parte c’era ancora la nebbia.

Da piastrellista ad attore

Il piastrellista non era un lavoro per niente amato da Alessio Boni, ma comunque era il lavoro che la famiglia svolgeva. Per questo motivo l’estate rappresentava un periodo di liberazione dal duro lavoro. Tuttavia in seguito è riuscito a liberarsi dalla prigione rappresentata dal lavoro e a compiere nuovi mestieri, come il poliziotto, e, soprattutto, a viaggiare in America, anche solo come animatore turistico, per comprendere al meglio la vera realtà del mondo. Infatti i viaggi compiuti hanno come mete i paesi del mondo sfortunati, dato che era molto più attratto dalle situazioni di difficoltà, dal dolore e dal disagio piuttosto che dalle città fortunate e belle. Proprio negli stati meno agiati l’autore ha avuto un contatto vero e puro, ed è stato preso semplicemente per l’uomo che è. La svolta è stata segnata una sera quando è stato colpito dal teatro, sino a quel momento noioso, e dall’opera “La gatta Cenerentola” che ha creato in lui brividi e pelle d’oca, sorti perché alla base c’era un’emergenza interiore. La sua carriera da attore è segnata soprattutto da “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, film che ha ricevuto il David di Donatello e il Nastro d’Argento.

“Mai sentirsi talentuosi”

Umiltà e modestia hanno caratterizzato il lavoro di Alessio Boni come attore sin dall’inizio. Non bisogna mai autogiudicarsi e autoapprezzarsi, ma è sempre il pubblico che deve giudicare sempre il talento e la bravura. Questa è la base del suo operato, allo scopo di ricercare sempre la passione e l’artigianato del lavoro. Il suo metodo di lavoro è strano: ricerca in ogni persona un punto immaginario che crea il modo di essere, studiato attraverso la corporeità delle persone e la scoperta di un centro corporeo immaginario.

Personaggi creativi e complessi

Molti sono stati i personaggi reinterpretati da Alessio Boni: Caravaggio, Puccini, Ulisse, Moliere, e soprattutto Walter Chiari. Ma se è facile entrare nel mondo dei primi tre personaggi, anche per il fatto che non si è mai sentito parlare di questi direttamente. Walter Chiari è il personaggio più complicato da interpretare, infatti al suo interno si nascondono molte personalità; inoltre è possibile scoprire tutto su di lui attraverso i mass media. Non è mai facile mettersi davanti ai personaggi, interpretarli e riprodurli. MA l’obiettivo è offrire una propria versione, vera, e non importa se sia fatta bene o male. Non ci si deve mai arrendere perché altri attori hanno già proposto una visione di quel personaggio: ogni interpretazione è sempre diversa da tutte le altre. Inoltre mai porre solo se stessi al centro dell’attenzione se si vuole ridare emozioni e risate al pubblico.

Diventare uomini e donne prima di tutto

Scegliere di cambiare vita è sempre un atto coraggioso. I casi strani della vita sono sempre un punto di svolta. Ma è bene ricordare che prima di ogni professione è d’obbligo diventare uomini e donne: solo così si entra pienamente nella vita e la si gode. Una volta diventati uomini o donne si è liberi di scegliere la propria professione e il proprio lavoro. E il futuro si scopre solo vivendo il presente.

“Si dorme quando si è morti, ora che siamo vivi, viviamoci la vita”.

 

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Antonio Di Bella: l’episodio che ha sconvolto la democrazia statunitense https://2021.passaggifestival.it/antonio-di-bella-assedio-washington-cronaca-giorno-ha-cambiato-la-storia/ Sat, 19 Jun 2021 07:19:50 +0000 https://2021.passaggifestival.it/?p=81740 A  far iniziare al meglio la IX edizione di Passaggi Festival per quanto riguarda la rassegna di saggistica “Libri in piazza” c’è Antonio Di Bella, intervistato dalla giornalista di ANSA Nicoletta Tamberlich, che presenta il suo ultimo libro redatto da Rai Libri, L’assedio. Washington, 06/01/2021. Cronaca del giorno che ha cambiato la storia. Un colpo […]

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Antonio Di Bella Passaggi Festival 2021

A  far iniziare al meglio la IX edizione di Passaggi Festival per quanto riguarda la rassegna di saggistica “Libri in piazza” c’è Antonio Di Bella, intervistato dalla giornalista di ANSA Nicoletta Tamberlich, che presenta il suo ultimo libro redatto da Rai Libri, L’assedio. Washington, 06/01/2021. Cronaca del giorno che ha cambiato la storia.

Un colpo di Stato bloccato

Questa è una cronaca perché Antonio Di Bella ha visto da vicino il tentativo già elaborato da Trump di invadere e assaltare il Congresso americano a Capital Hill allo scopo di impedire l’elezione del nuovo presidente Biden. Questo fatto avrebbe potuto davvero concludersi in diversi modi. Ma proprio nel momento in cui i sostenitori fedelissimi di Trump hanno cercato di aiutare i repubblicani in Parlamento, provando a uccidere il capo del Parlamento stesso, i repubblicani stessi si danno alla fuga, per poi tornare nella notte e far salire al trono Biden. Inoltre i repubblicani hanno votato contro la possibile apertura di una nuova inchiesta. Nel caso in cui il tentativo fosse andato in porto, la democrazia avrebbe subito un colpo durissimo, dal momento che è la base degli Stati Uniti.

Trump è veramente sconfitto?

Nonostante le elezioni abbiano dichiarato chiaramente che Trump ha perso il confronto con Biden, l’ex presidente non si dà assolutamente per vinto. Infatti tutti i paesi che sostengono i repubblicani continuano a considerare e ad appellare Biden con l’aggettivo di comunista, di spia dei Cinesi e  di truffatore, e non smettono mai di ritenere che sia stata la Cina ad insediarlo negli Stati Uniti. Non mancano indagini, inchieste, insulti, slogan razzisti, manifestazioni ritenute legali da parte di rappresentanti di estrema destra con persone travestite secondo loro, ma in realtà non c’è nulla di travestito secondo le fonti che hanno visto da più vicino questi fatti. Troppo spesso si nega l’evidenza e si dà troppa poca importanza a quanto riferito da chi, come Antonio di Bella, è potuto andare a vedere con i propri occhi quanto successo. Infatti il giornalista Di Bella, ovviamente non in un fronte con i posti di blocco, dal momento che i giornalisti di radio e tv sono odiati dai politici statunitensi, ma in un fronte libero ha avuto la possibilità di comunicare tramite dirette televisive i fatti accaduti, prima di smontare le telecamere e abbandonare il luogo. Il problema che ha colpito maggiormente Trump è dato dalla sua volontà di non ammettere mai gli sbagli e gli errori commessi, soprattutto in vista della pandemia, al punto da peggiorare sempre le condizioni degli Stati Uniti.

L’America è veramente cambiata dall’arrivo di Joe Biden?

Per quanto riguarda l’economia, sicuramente si sono visti progressi da parte degli Stati Uniti: l’economia migliora e la disoccupazione diminuisce, anche se rimane il pericolo di una possibile inflazione. Tuttavia la situazione legata alla pandemia resta simile al periodo di Trump: i vaccinati all’incirca costituiscono l’80% della popolazione, ma d’altra parte si sottolinea la continua mancanza dell’utilizzo delle mascherine, seppure in modo ridotto. La politica estera è in continuo miglioramento dall’arrivo di Biden. I rapporti con l’Italia e con il nuovo presidente del Consiglio Draghi sono positivi, e così, approfittando del declino di Francia e Germania, si rafforza l’Asse Roma-Londra-Washington, e l’Italia acquisisce una dimensione internazionale. I rapporti con la Russia e con Vladimir Putin, in seguito a una prima fase di disprezzo totale, vedono aprirsi nuovi dialoghi dai quali ne escono vincitrici entrambe le potenze.  Anche la questione legata al Medio Oriente e a Israele vede un cambiamento importante per gli Stati Uniti: l’esercito statunitense non interviene più attivamente, ma il patto d’Abramo e la coalizione con l’Egitto hanno permesso di non confermare al vertice di Israele il capo del governo Netanyahu, strettamente legato a Trump, e di formare un nuovo governo con tante forze politiche, Arabi compresi. La situazione più complessa è quella legata ai migranti, i quali non vengono fatti tutti entrare in patria, ma lasciati al confine, per dare loro maggiori possibilità di salvezza. In conclusione l’America di sicuro è cambiata dall’arrivo di Joe Biden e dal tentativo andato in fumo di far crollare la democrazia da parte di Donald Trump e ci sono buone basi per costruire un futuro di grande movimento e dalle tante occasioni.

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